Bisogna chiudere i pozzi
prof. MARINO RUZZENENTI, (ambientebrescia.it)
Vi sono dei limiti per la tutela delle acque di falda rigorosi (5 μg/l, ndr), superati i quali la falda è inquinata e andrebbe bonificata.
Se gli acquedotti attingessero a falde non inquinate non ci sarebbero problemi, e sarebbe rispettato anche il limite più restrittivo del Cromo VI; rimarrebbero forse alcuni problemi per i trialometani, in particolare il triclorometano o cloroformio, che si forma in parte in seguito alla clorurazione dell’acqua per prevenire il formarsi di muffe e batteri nei tubi, quando l’acqua ristagna.
Le città industriali, Brescia in particolare, hanno la falda inquinata: con i filtri a carboni attivi si può ridurre la concentrazione di inquinanti, ma non azzerare (in certi casi, anche con i filitri, è necessario chiudere i pozzi, come avviene a Brescia almeno dagli anni ’80).
Per non privare intere comunità dell’acqua l’analisi di rischio compiuta sui singoli contaminanti, ipotizzando un consumatore adulto di 60 kg per 2 litri/die, stabilisce dei limiti accettabili, che in diversi casi sono superiori a quelli previsti per la falda.
Tornando a Brescia, la questione acqua potabile è comunque serissima. Che fare?
1. prevenire qualsiasi possibile peggioramento disastroso della falda (sito Caffaro).
2. operare per la bonifica della falda (bonifica del Mella, bonifica dei terreni più contaminati, bonifica degli inquinamenti acuti da Cromo della falda superficiale,ecc.)
3. ipotizzare la chisura dei pozzi più inquinati e attingere una parte dell’acqua dalle fonti della Val Trompia (in alta Val Trompia, si regala l’acqua di qualità del Maniva ai privati, qualcosa come 150 milioni di bottiglie all’anno: perché?).
Marino Ruzzenenti
Riferimenti: sulla situazione della falda, delle acque e del fiume Mella: ambientebrescia.it/acqua; sulla qualità dell’acqua potabile 1, 2, 3; sull’inquinamento acuto da Cromo VI 1, 2.