L’Intervista agli #Zois in arrivo con un album che celebra Mango

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Ci piace pensare alla bella collaborazione degli Zois con Mango ma ci teniamo anche a legare il concetto di vita e di “The Circle of life” al brano Oro che ha segnato gli esordi del cantautore. Tenuto conto che la vita è Oro.

Laura Valente aveva affermato in una intervista che Mango era rimasto attratto dall’arrangiamento degli Zois e questo suo rimetter mano alla canzone che lo ha visto nascere come cantautore / autore è come se gli avesse permesso di chiudere un cerchio e di compiere un salto da uno stato di vita all’altro. E’ poi importante aggiungere che Zois in greco vuol dire Vita e la vita che è contenuta nel loro nome unita alla canzone Oro forse non è casuale e forse è li a ricordarci che, ogni trasformazione è un salto di energia che produce sempre qualcosa di nuovo e, nel caso specifico, ha prodotto qualcosa che non esitiamo a definire assai speciale: ha dato vita ad un arrangiamento diverso, in alcuni momenti irriverente ma sano che accende in noi, ancor di più, una profonda nostalgia.

Qual è la Vostra idea? E Perché Oro?

L’idea che sta alla base della nostra versione di Oro ha molto della nascita, della vita così come siamo abituati a pensarla in natura: un ciclo continuo legato da percorsi simili che marciano su strade separate, parallele. E’ quello che è successo quando ci siamo avvicinati al brano di Mango. All’inizio non sapevamo neanche che avremmo potuto contare sulla sua disponibilità . E invece. Tutto è partito come un esperimento che si è tramutato in realtà grazie alla nostra etichetta la Lullabit che non si è voluta fermare alla semplice idea di un esperimento fatto per mettersi alla prova.
Poi, quello che è successo in mezzo ha assunto un significato davvero speciale che passa oltre il brutto ricordo di dicembre (quando Pino se ne è andato) e sta, via via, sostituendo alla rabbia e al dolore il piacere e la gioia del ricordo . Ci sentiamo addosso una forte responsabilità. Intensa e di crescita. Personalmente mi sono misurata con una voce unica ed estremamente peronale.

Come una sfida?

Una grossa sfida e avere l’approvazione del diretto interessato ha arricchito la mia vita e quella dell’intero gruppo.

I brani che fanno parte della storia della musica spesso sono intoccabili per un certo tipo di pubblico. Vi ha mai attraversato la paura di mettere mano ad un brano storico di Mango?

Quando si ama molto una canzone che fa parte della vita di tanti, quando si prova a toccarla, si rischia di entrare, senza bussare, direttamente nella storia delle singole persone. Io ho sempre pensato alla musica come ad un qualcosa che è in continua trasformazione e scegliendo di riarrangiare Oro abbiamo voluto seguire un istinto che, per nostra fortuna è riuscito a stabilire un contatto profondo con la visione e la sensibilità speciale di Pino. Ad un certo punto abbiamo scoperto di pensarla alla stessa maniera. E ogni paura a quel punto è svanita. Oggi ti posso dire che l’accoglienza da parte dei fans storici di Mango è stata non solo calorosa ma è andata oltre le nostre aspettative. Ovviamente non vogliamo e non possiamo piacere a tutti ma siamo pronti ad ascoltare le critiche perché crediamo siano costruttive.

Questo brano è come se vi permettesse di chiudere un cerchio tra nord e sud: la vostra band unisce regioni differenti Che rapporto avete con la “diversità” (regionale)?

Personalmente amo l’Italia tutta e vivendo a Bologna ho provato sulla mia pelle che la diversità è la chiave della ricchezza della vita. Non penso che si debba avere paura del diverso e, nel nostro modo di fare musica, questa filosofia la portiamo avanti tutte le volte che possiamo.. L’idea di gioco con i generi, con i suoni è alla base del nostro pensiero e del nostro modo di comporre e di arrangiare.. La diversità ti concede la possibilità di interrogarti e di mettere in discussione le tue opinioni …e rappresenta, dunque, uno stimolo continuo a migliorare.

Nella matrice della Vostra ricerca musicale che, a quanto pare per voi è irrinunciabile, coesiste una ispirazione madre?

Gli Zois provengono dal rock con una matrice pop. Il punto comune di partenza è la melodia che immaginiamo come un Passepartout capace di contagiare positivamente molte persone. Quello che ci piace fare è arricchire le nostre melodie prendendo in prestito atmosfere provenienti da altri generi. Per questo spaziamo dal groove, al funk fino alle atmosfere ritmate della dance.

Dopo l’estate, passato l’effetto singolo, arriverà il disco. Quella del disco in arrivo è una fotografia già scattata?

E’ una fotografia già scattata ed è una fotografia che ritrae un’altra collaborazione molto importante con Mango…perché l’incontro con lui è stato molto ricco e registrata l’esperienza di Oro ha voluto darci una sua melodia che aveva composto recentemente e alla quale noi abbiamo aggiunto il testo. Ovviamente non potevamo non inserirla nel disco. Le fanno seguito altri nove brani. Sono canzoni con testi abbastanza intensi e introspettivi che, alle volte, hanno uno scatto musicale per aiutare ad esorcizzare, in chi lo ascolta, le cose difficili della vita.

Possiamo dire che il filo conduttore di questo prossimo lavoro è la libertà di esprimersi?

Decisamente sì. E’ stato un disco di cuore e provando ad associare una immagine ideale capace di rappresentarlo al meglio ti direi che un quadro di Pollock sarebbe perfetto. Ogni suono ha un colore e una consistenza…un getto di colore fisico che si scatena dentro e ci piace pensare che questo colore possa arrivare al pubblico intatto nella sua intensità e luminosità.

Ciascuno di voi arriva da esperienze diverse . Cosa vi ha spronato a cercare un percorso insieme?

Ci siamo incontrati a rate. Prima io e il bassita e per ultimo è arrivato Zanotti. E’ stato come trovare una affinità particolare composita fatta di voglia di spendersi per tanti generi e amare la sperimentazione e quel modo di fare musica e non altri. E così come le formichine ci siamo incontrati trovando la chimica giusta che ci ha permesso di costruire il nostro primo album. Ma la vera fortuna è stata incontrare la Lullabit che, con grande entusiasmo, ha voluto supportare il nostro progetto senza imporci cambiamenti, neanche di una virgola. Insomma, ci siamo riconosciuti nella folla.

L’atto di riconscersi è fondamentale per riuscire ad ascoltarsi. Che rapporto avete con il pubblico e con i live?

Il live è un altro mondo d’agire e di vivere rispetto a quello tipico dello studio. Due movimenti inversamente proporzionali l’uno rispetto all’altro. In studio scavi dentro di te mentre quando sei sul palco ti proietti in avanti rispetto alle altre persone. Il live è un momento di grande energia nel quale sei costretto a viaggiare ad anime scoperte. Tra i musicisti e il pubblico è come se ci fosse un filo elettrico capace di collegare tutti quanti. Nella visione dei musicisti felice è colui che può vivere in egual misura ambedue i momenti. Dobbiamo essere animali ibridi.

In questo turbinio di eventi che vi ha attraversato che peso ha il caso?

Io sono una persona estremamente razionale e sono portata a interpretare certe coincidenze come un caso tra milioni che si è concretizza… Anche se riflettendo bene, mi piace pensare che ciò che sta accadendo, per caso, possa avere un significato / senso diverso… non perchè credo che ne esista uno ma perché nella vita mi piace darmi delle direzione e se gli eventi le suggeriscono e sono buone direzioni non ho problemi a seguirle.

E…

Noi come gruppo ci teniamo veramente tanto alla comunicazione anche in senso inverso. Quando uno suona parla di sé quasi imponendosi. Ci piace molto la comunicazione del pubblico e attraverso la nostra pagina FB siamo sempre pronti a cogliere lo spunto per nuove riflessioni di gusto e di senso. Riguardo a oro ci piacerebbe sapere se il nostro arrangiamento è stato in grado di riscrivere momenti particolari. Quando suoni vivi anche delle emozioni degli altri.
Inutile dirti quindi che Internet e i social network sono strumenti che ci spingono a studiare le novità e a farne parte.

di Giovanni Pirri