Magazine Cultura

L’intervista completa di Luigi Metropoli per Twoorty

Creato il 10 settembre 2012 da Vivianascarinci

Uscita su Twoorty il 16 luglio 2012

L.M. Viviana Scarinci: poetessa, scrittrice, operatrice culturale, libraia… Il tuo rapporto con la poesia è totalizzante, al punto che dici di leggere quasi esclusivamente versi. Chi ti segue sulle pagine del tuo blog, di associazione poetica, di facebook sa anche che privilegi versi “al femminile”. Proviamo a raccontare anche ai nuovi lettori di twoorty su quali fondamenta si è costruita la Viviana Scarinci poetessa.

V.S. Sì, il mio rapporto con la poesia è totalizzante e anche abbastanza antico. Ne leggo molta e da quando ero molto giovane. Lo faccio perché mi piace ed è una necessità alla quale tento di costringere tutti quelli che si avventurano nei paraggi. Sulla questione femminile ti rispondo con le parole di Forugh Forroxzād una poetessa persiana, che ho molto studiato: “Quando io scrivo non penso al mio essere donna: questo fatto entra nella mia poesia in modo inconscio e involontario”. Il genere maschile o femminile anche per me conta nulla se non risulta da una poesia che ne venga chiaramente animata a posteriori da una qualche necessità. Le sbavature e le dissonanze, quando in una poesia si lascia mano libera a un’eccessiva consapevolezza di genere, sono tra i fenomeni che meno mi interessano di questa contemporaneità.”

L.M. A proposito di “poesia femminile”, ritieni che tale formula sia calzante? Tra gli anni 60 e 70 eccellenti pensatrici e scrittrici (penso a Hélène Cixous, Luce Irigaray, Julia Kristeva…) hanno contestato il predominio maschile della scrittura, che si fonda su un linguaggio che ricalca, a loro dire, una forma mentis orientata al logocentrismo e di conseguenza al maschilismo. In Italia la questione ha assunto solo in alcuni casi connotazioni più politiche e solo dopo la Rosselli è stata posta maggiore attenzione alla “diversità” dei versi di un poeta donna. Qual è lo stato di salute in Italia della poesia femminile, oggi?”

V.S.Riguardo la poesia altrui, ho stabilito di occuparmi di problemi soprattutto pratici, quali la sua diffusione anche al di fuori di ciò che viene chiamato ancora da qualcuno “mondo della poesia”. Mi occupo perciò esclusivamente di distribuzione, divulgazione e conservazione di contenuti che reputo lontani dall’ovvietà che assicurerebbe la loro condivisione. Questo sia che si tratti di poesia scritta da donne che da uomini. Prediligo quindi l’autenticità di voci che mi paiono più impegnate nello studio di una poesia che possa avere una qualche realistica iscrizione in un vissuto, come qualcosa di avente pieno diritto al presente, più che a una promozione. Poi da donna che lavora, che è madre e scrive, né più né meno di tante altre, ti posso dire che il pregiudizio più offensivo che ho sperimentato è quello che riguarda l’altro/l’altra in senso generale, come altro da sé. Se ciò che appare più evidente di una persona è la sua femminilità, quest’aspetto potrebbe essere rimarcato “negativamente” sia da un uomo che da una donna, se è la sua “condizione” di vita a essere non allineata, la discriminante sarà relativa più a quel fatto che a ciò che scrive. In ambito strettamente poetico, l’unico pregiudizio veramente lesivo che vedo, non è nei confronti della donna ma nei confronti della poesia stessa, e riguarda la scarsa competenza speculativa a cui a volte viene costretta dagli stessi/stesse che la scrivono. E’ così che la poesia cade vittima di un pregiudizio purtroppo molto diffuso essendo relegata a significare solo la povertà di temi e di mezzi di chi è convinto di scrivere e condividere versi degni di essere donati all’immaginario collettivo.
Infine quando penso al termine “logocentrismo”, per quello che mi riguarda lo sento solo legato alla centralità della parola, in senso strettamente etimologico, e in senso più lato alle potenzialità della poesia orale, alla sua componente “materna” del fare poetico anche se proferito da maschi. Nel mio ultimo progetto poetico insieme al violinista compositore Edo Notarloberti l’oralità ad esempio è stata il centro e il punto di partenza da cui si è sviluppata una vera e propria trama animata dalla figura di Lilith, la prima moglie di Adamo. E’ stata l’oralità che ci ha condotti verso la realizzazione di un’opera musicale-poetica pensata soprattutto per essere rappresentata.

L.M.Tra le tue iniziative, sicuramente la più interessante è la fondazione dell’Associazione PoEtica. Raccontaci quali sono gli obiettivi dell’associazione.

V.S. L’Associazione PoEtica è nata da un problema reale cui negli anni sono andata incontro. La difficoltà di reperimento, ad uso personale, dei testi poetici di autori non deceduti e quindi ancora capaci di dialogo. L’altra esigenza si esprime soprattutto a livello sociale: la scomparsa della poesia come possibile terreno di assemblea non specialistica e la gravissima dimenticanza relativa al suo potere archetipico.
L’associazione è stata fondata con il fine generico di promuovere la diffusione della poesia in ogni sua forma. L’applicazione pratica di questo principio ha subito evidenziato i molti problemi che ne tarpano la diffusione, tra cui il pregiudizio di cui sopra, ma anche la vita brevissima se non inesistente dei libri di poesia sugli scaffali delle librerie, nella distribuzione e nell’ambito dei possibili interventi critici che se ne possano fare. Ma soprattutto l’evidenza più importante da cui abbiamo tratto insegnamento in questo primo anno di vita di PoEtica è che il libro di poesia non è e non sarà mai qualcosa che si lega a tempi e logiche accomunabili a qualsiasi altro bene, e quindi non sarà mai a quel modo “pubblicizzabile”. In questo senso la divulgazione e la conservazione e anche la vendita di poesia deve svolgersi attraverso azioni mirate soprattutto al rispetto che questa sua diversità impone. I luoghi, i tempi, le modalità di cui la poesia necessita non somigliano a quelli di nessuna categoria merceologica conosciuta, ma questo non vuol dire isolare la poesia da un contesto sociale più ampio, che invece, in quanto non esclusivamente materialista, ne ha assoluto bisogno.

L.M. Approfondiamo dunque l’obiettivo più ambizioso: l’istituzione di un fondo della poesia contemporanea. E qui è impossibile non pensare alla (quasi nulla) circolazione della poesia in Italia e all’eccessiva frammentazione che vive il nostro panorama poetico.

V.S.Proprio alla luce dei problemi appena enumerati e anche di quella frammentazione a cui tu stesso riferisci, abbiamo ideato una serie di iniziative tra cui la costituzione di un Fondo Librario aperto alle donazioni di libri di poesia. E meraviglia delle meraviglia siamo stati oggetto di un vero e proprio bombardamento di libri di poesia da tutta Italia. L’organizzazione di iniziative, come quella del Premio Rosa d’Eventi in collaborazione con Teke Editori e lo Yacht & Fishing club di Ustica, che dessero un segnale forte relativo alla necessità di “conservazione” del libro di poesia, hanno avuto un incredibile successo anche relativamente alla qualità dei testi pervenuti. Ciò la dice lunga su quanto questa necessità sia avvertita da molti, o comunque da tutti coloro che abbiano soprattutto rispetto per ciò che rende la poesia altrui, non solo la propria, un bene da tutelare oltre che da consumare. Ora pare che anche il Comune di Morlupo, dove è nata PoEtica, e dove L’Associazione conta di trattenersi operativamente in modo stabile, abbia inteso la necessità di un lavoro soprattutto volto a una divulgazione aggiornata della poesia contemporanea italiana.
A seguito infatti dell’apertura del Fondo Librario alla pubblica consultazione, il Comune di Morlupo che ci ospita sta procedendo sia al suo patrocinio che alla progettazione, in partnership con PoEtica e con il plesso scolastico locale, di una serie di iniziative legate alla poesia, all’arte e allo studio delle lingue. Riguardo agli autori di poesia contemporanea e alle loro pubblicazioni, l’Associazione PoEtica inaugurerà la prima estate del Fondo Librario presso la nuova sede sociale ospitata dal Centro Libellula, con un’importante iniziativa volta allo studio e all’approfondimento della poesia contemporanea italiana: la prima uscita in formato digitale scaricabile gratuitamente presso il sito dell’associazione (http://associazionepoetica.com/) de Le libellule, i quaderni di PoEtica. Le Libellule è una collana digitale a cura dell’Associazione PoEtica in cui di volta in volta sarà analizzata e approfondita, per mezzo di una nota critica, la lettura di un importante testo di poesia contemporanea di recente pubblicazione, acquisito dal Fondo Librario tramite donazione.
Oltre a questa iniziativa volta all’approfondimento e alla divulgazione del vastissimo giacimento poetico italiano edito, PoEtica inaugurerà sul sito dell’Associazione una ulteriore e diversa scrittura intorno al libro di poesia: la rubrica Recensioni in cui si recensiranno tutti quei libri di poesia, pervenuti al fondo librario tramite donazione, ritenuti meritevoli di essere segnalati. La diversa organizzazione di questi due modi di comunicare il libro di poesia, ossia la nota di lettura e la recensione, a nostro avviso adempie a due funzioni divulgative altrettanto necessarie: la nota si rivolge a un pubblico di lettori avvezzi al linguaggio poetico, quei lettori cioè che da quella scrittura critica e dalla lettura del libro, possano trarre indicazioni utili anche al proprio lavoro poetico. La recensione, invece, è volta a far sì che un lettore provi nel libro di poesia lo stesso interesse che lo spinge ad acquistare un romanzo.
Inoltre proprio per rilanciare la circolazione di poesia in Italia, PoEtica metterà i soci lettori in condizione di poter acquistare agevolmente i libri recensiti direttamente presso gli autori soci o gli editori soci. La prima recensione sarà dedicata a La divisione della gioia di Italo Testa, edito da Transeuropa, vincitore del premio Rosa d’Eventi Opera Edita di poesia 2012 (http://associazionepoetica.com/2012/06/23/premio-rosa-deventi-2012-sezione-poesia-i-finalisti-le-motivazioni-il-vincitore/). Mentre il primo numero dell’aperiodico che ospita la nota critica è dedicato a Amarore di Alessandro Ghignoli, edito da Kolibris.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :