In questi giorni di pioggia, se desiderate divertirvi, ma davvero tanto, accoccolati sul vostro divano preferito con cioccolata calda e castagne a portata di braccio, suggerisco questo esilarante romanzo L’intrepida Tiffany e i Piccoli Uomini Liberi di Terry Pratchett. Una risata contagiosa.
Se non fosse per l’uso di alcuni termini, definiti dalle mamme, scurrili, il romanzo potrebbe apparire una storia per i più piccoli, ma non fatevi ingannare così facilmente. Terry Pratchett appartiene a quella rara categoria degli scrittori di fantasy umoristico, rara, perché solitamente il fantasy tende a prendere tutto molto seriamente, morti ammazzati un po’ ovunque e cattivi cattivissimi sono un punto fermo irremovibile. Bene, L’intrepida Tiffany e i piccoli uomini liberi è una piacevole eccezione. I brutti sono buoni, più o meno, la protagonista è una bambina, Tiffany, una giovane aspirante strega, e la cattiva è niente meno che la Regina delle Fate.
I buoni sarebbero i Nac Mac Feegle, i Piccoli Uomini Liberi, un’armata di spiritelli blu, ladri, amanti delle risse e ubriachi per definizione, espulsi dal Paese delle Fate per ubriachezza molesta. Tutto ha inizio quando la Regina delle Fate rapisce il fratellino di Tiffany, e la piccola, accompagnata da questi strani ometti blu, che nulla hanno a che spartire con i Puffi, armata di padella e un libro magico decide di andare a riprenderselo.
- Si signora. Non ci possiamo fare niente noialtri. Lo nostro è un famoso popolo di ladri. Vero, ragazzi? Cos’è che ci rende famosi?
- I furti! – gridarono in coro gli omini blu.
-E cos’altro?
- Le scazzottate!
- E cos’altro?
- Le sbevazzate!
Il libro in realtà intitola Patologie ovine, ma poco importa, un libro, a caso, e padella sono oggetti che possono sempre servire nella vita di una bambina.
Da leggere.
Titolo: L’intrepida Tiffany e i Piccoli Uomini Liberi
Autore: Terry Pratchett
Traduzione: Maurizio Bartocci
Editore: Mondadori
Anno: 2003