La profezia di Nietzsche di un avvenire a lui prossimo, in cui il nichilismo avrebbe permeato ogni cosa, si è perfettamente avverata. Lasciando da parte il nichilismo della religione, Cristianesimo innanzitutto, dato che il perduramente coinvolgimento sentimentale di una larga parte della popolazione non permetterebbe una dialettica serena, il novecento ha fatto affiorare gli aspetti nichilisti di ogni fede che si voleva positiva e luminosa. Il valore della patria ha prodotto genocidi, guerre apocalittiche, oppressioni materiali e culturali. Il valore della famiglia ha prodotto ineguaglianza e inefficienza, sacrificando il talento individuale al totem dell’appartenenza. La fede nel progresso ha scavato un solco ogni giorno più profondo tra un’elite sempre più esclusiva e una massa sempre più in sofferenza; il suo primo pilastro, la scienza, annuncia quotidianamente scoperte mirabolanti, ma non è in grado di migliorare le condizioni di vita di una larga parte dell’umanità; l’altro pilastro, l’economia, nega ogni valore a tutto ciò che non produce profitto e trasforma gli uomini in bestie da consumo.
Ciò che al momento non si è ancora avverato della profezia di Nietzsche è l’avvento dell’oltreuomo. Chiariamoci: gli oltreuomini sono già tra noi, solitari, emarginati, incapaci di fronteggiare la banalità del mondo, il suo eterno presente, la sua felicità posticcia fatta di rappresentazione ripetitiva, di vacua ritualità quotidiana. In queste condizioni, gli spiriti liberi non sono in grado di convincere la massa a seguirli nei sentieri che portano al nuovo mondo. Cantano e danzano come possono il loro affrancamento da ogni mistificazione, ma la loro arte raffinata non incontra il gusto dei palati addestrati all’ovvio. La massa, piuttosto che alzare fieramente lo sguardo davanti all’essenza irrazionale delle cose, piuttosto che squarciare rabbiosamente il velo della mefitica mistificazione, piuttosto che denudare gli scheletri dei simboli, preferisce abbandonarsi al consolante e irreversibile nichilismo delle convenzioni, dei conformismi che quest’epoca di decadenza eterna produce in catena di montaggio.