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L’invenzione di Morel

Creato il 26 settembre 2012 da Federicobona @Federico_Bona

L’invenzione di MorelBorges sostiene che la letteratura fantastica – proprio perché inventa mondi o fatti lontani dalla realtà – debba essere più rigorosa e coerente di qualsiasi altro genere e, nell’affermarlo, conclude dicendo che la trama di questo romanzo è perfetta. È il motivo per cui molti trovano la sua narrativa, e troveranno questo libro, cerebrale e magari pure gelido. Ora, anche se non c’è dubbio che vent’anni fa mi aveva colpito di più – e mi colpivano di più le trame tutte mentali – resta il fatto che l’architettura di questa storia è ammirevole. E non lo è solo perché tutti i dettagli misteriosi alla fine vengono spiegati – inclusi quelli che non ti sembrava che evidenziassero possibili contraddizioni – ma perché l’idea fantastica non esaurisce il libro, ma diventa invece la base per riflessioni e speculazioni che fantastiche non sono. Il presupposto della storia è semplicissimo: un uomo, in fuga per aver commesso un non meglio specificato crimine, si rifugia su un’isola evitata da tutti perché si ritiene che ospiti una misteriosa pestilenza. Vive in perfetta solitudine sfruttando un complesso di edifici energeticamente autosufficienti finché, da un momento all’altro, compare dal nulla un gruppo di 15-20 persone. I modi e la natura di questa apparizione – non soprannaturali, ma fantastici – vengono lentamente compresi dal narratore-protagonista e una spiegazione coerente, nemmeno troppo sorprendente, arriva già poco dopo metà libro. Ma è qui che, per chi s’interessa al lato misterioso dell’intreccio, si innescano una serie di sotto-soluzioni ricche di dettagli e di colpi di scena. Ed è qui che pure chi tiene maggiormente all’aspetto metafisico del libro – oggi volano paroloni! – inizia a trovare le sue soddisfazioni. Diciamo che solo chi potrebbe pensare che l’intera trama sia un mero pretesto per raccontare una storia d’amore – lettura peraltro possibile – farebbe meglio ad astenersi.

L’invenzione di Morel, Adolfo Bioy Casares (Bompiani, 144 pp, 6,90 €)

Ascolta l’audiorecensione su RFT del 26-9


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