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L’invidia non è un sentimento positivo. A meno che…

Creato il 19 settembre 2013 da Assugoodnews @assunta73

grimilde
Quando sento uscire dalla bocca di una persona amica la frase “come ti invidio” ci resto sempre un po’ male. E se quella persona aggiunge un “in senso buono ovviamente” la delusione aumenta. Si perché significa che inconsciamente quella persona è consapevole che l’invidia è in realtà un sentimento negativo e pertanto prova a rifugiarsi in una blanda giustificazione. Purtroppo siamo di fronte a un modo di dire ormai entrato nel nostro quotidiano a tal punto da perdere di vista il significato della parola in sé. Cosa che, ahimè, accade sempre più spesso.

Bene, a scanso di equivoci vi riporto il significato della parola invidia tratto direttamente dal dizionario: Sentimento di astiosa irritazione di fronte alla ricchezza, al successo, alla felicità, alla fortuna o alle qualità altrui. E ora ditemi cosa si può mai celare di positivo in due parole come “astiosa irritazione”?. Secondo me nulla. Aggiungete che nella dottrina cattolica l’invidia è uno dei sette peccati capitali e il cerchio si chiude.

Perciò, vi prego, se siete caduti nella trappola dei modi di dire ormai troppo consolidati liberatevene. Se invece siete consapevoli di essere realmente invidiosi per qualcuno intervenite. Si, perché, se c’è una cosa positiva che può fare l’invidia è farci cambiare atteggiamento. Provarla è segno di profonda frustrazione: vorremmo quel che non abbiamo e vorremmo essere quel che non siamo. Già questo ci fa capire bene che abbiamo sbagliato qualcosa nella nostra vita. Ma non importa. Non chiediamoci cosa, come e quando. Prendiamo consapevolezza di questo sentimento negativo e lavoriamoci sopra. Per prima cosa, come per ogni negatività o dolore, diventiamone consapevoli e lasciamola andare. Ironizziamo magari.

Dopo questa prima fase sarà più facile utilizzare l’invidia come uno stimolo per migliorarsi e ottenere di più dalla vita. Ognuno di noi nella vita ha le stesse carte da giocare: è come si mettono sul tavolo che cambia il risultato. Chi fa un lavoro bello ed entusiasmante ci ha creduto e lo ha ottenuto; chi guadagna tanti soldi ha un rapporto con il denaro al limite della simbiosi e fatto scelte che lo hanno portato verso quella direzione; chi sceglie di vivere di un lavoro che lo porta a viaggiare pur non guadagnando molto è perché ha proprio desiderato e coltivato quello. Quindi, se il vostro lavoro vi sta stretto e invidiate la condizione altrui: cambiate! La faccio facile? No, è cosi. Che siano piccoli o grandi passi fate un movimento in qualsivoglia direzione che vi tolga dallo stallo in cui siete finiti.

Lo stesso vale in ogni altro ambito. Anche i più semplici: invidiate un’amica che sembra gestire il tempo con facilità nonostante figli, casa, lavoro e che riesce a godersi serate divertenti, andare ai concerti, vivere spensierata? Beh, perché non farlo anche voi se la osservate con un sentimento di invidia? Prendete queste situazioni, osservazioni e pensieri come uno stimolo al cambiamento. Questo significa prendere in mano la propria vita.

Serve coraggio, è vero. Ma non ne serve altrettanto per restare incagliati in una vita che non vi appartiene? Io credo di si. Ci vuol coraggio a far stare male la persona che dovreste amare di più al mondo: voi stessi.



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