Lo stile di Kepler lo definirei un incrocio tra Stieg Larsson, per l'impostazione stilistica e narrativa, Wulf Dorn, per l'analisi psicologica dei personaggi, e Stephen King, per la capacità di guardare nel baratro che custodisce la follia e le paure umane.
L’intreccio è ben strutturato e la trama è avvincente; la storia è interessante; la narrazione è veloce, dettagliata e fortemente visiva; il ritmo resta sempre serrato, incalzante. Anche i personaggi sono credibili, ben delineati e ricchi di sfumature psicologiche. La suspense è in ogni pagina: tiene il lettore costantemente sul filo del rasoio. Tantissimi sono i colpi di scena fin dalle prime righe e per tutte le quasi 600 pagine di L'ipnotista.
Ho trovato originale l’idea di affiancare al poliziotto che svolge le indagini, Joona Linna, anche il personaggio più intrigante e complesso dell’ipnotista, Erik Maria Bark.
Con questo thriller, originalmente interessante, Lars Kepler, anzi, i coniugi Alexander Ahndoril e Alexandra Coelho Ahndoril, che si nascondono dietro questo pseudonimo, hanno saputo conquistarmi.
È stato difficile separarsi da uno psico-thriller così perfetto. Erik Maria Bark mi piacerebbe ritrovarlo in qualche altro suo romanzo.
Consigliato a chi ama il genere. VOTO 10+