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L’ipocrisia dei media italiani dietro il datagate

Creato il 26 ottobre 2013 da Giuseppe Lombardo @giuslom
Il datagate ha fatto emergere un aspetto pruriginoso della stampa progressista italiana, un'incoerenza di fondo, fastidiosa e imbarazzante, frutto della commistione fra falsa coscienza e giustizialismo. Repubblica, il Fatto, l'Espresso hanno mostrato a turno un incomprensibile sconcerto per le rivelazioni del Guardian sulle intercettazioni operate dall'intelligence americana. Intercettazioni immorali, è bene chiarirlo, che non lasciano indifferente chi scrive, ma che non possono essere condannate con sufficienza dagli eredi di Savonarola. Spiego il perché.Punto numero uno: quali mansioni dovrebbero svolgere i servizi segreti in una società democratica e pluralista? Questo è un tema spinoso, che i tribuni della stampa bene rifiutano concettualmente di affrontare. Tale ramo delle forze dell'ordine opera da sempre in un limbo indefinito, al confine fra il lecito e l'illecito. Le azioni d’intelligence sono fumose, ontologicamente misteriose, non si valutano sulla scala della moralità, ma sulla base dei pericoli scampati da uno Stato. L'interesse perseguito è di conseguenza prettamente nazionale. In tal senso il datagate rivela un dato politico evidente: l'amministrazione Obama, a dispetto di quanto professato negli incontri bilaterali, è restia nel concedere fiducia ai propri partners atlantici. Ora, consapevoli di aver pagato un numero esorbitante di riscatti da quando abbiamo partecipato alle operazioni in Afghanistan e in Iraq, possiamo davvero biasimarli? Nel risiko internazionale funziona così: chi ha i mezzi per prevenire rogne, per avere piena contezza sull'onestà dei propri interlocutori, da che mondo è mondo li utilizza senza troppi scrupoli.Punto numero due: se la questione fosse realmente di principio, perché mai il circo mediatico non si sarebbe mosso anzitempo per difendere Hollande? Bisognava capire se eravamo coinvolti o meno prima di esprimere indignazione?Punto numero tre: che fine ha fatto la scuola di pensiero che sposava l'intraprendenza di alcuni magistrati affetti da protagonismo mediatico? Dove sono i notisti che gridavano "intercettateci tutti"? Gli Usa hanno compiuto un abominio giuridico probabilmente, ma in fin dei conti hanno seguito il loro vangelo. Il Dipartimento di Stato potrebbe ben dire "se non avete nulla da nascondere, che motivo avete di preoccuparvi?" sulla falsariga dei Saint Just alla carbonara. E cosa potrebbero balbettare, a quel punto, i fans di Tonino Di Pietro? La lezione è sempre la stessa: per esercitare un raffinato moralismo serve una morale immacolata. I media nostrani, invero, pullulano di coscienze lavate con perlana.
G.L.
L’ipocrisia dei media italiani dietro il datagate

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