Due giorni fa il Consiglio dei Guardiani, la massima istanza costituzionale incaricata di vigilare che le leggi dello Stato non contraddicano la sharia, ha dato l’ok a un documento che abolisce la lapidazione dal codice penale iraniano. Non solo non ci sarebbe più accenno alla lapidazione, prevista per le donne adultere, ma sarebbe anche abolita la pena di morte per i reati commessi dai minorenni.
Secondo l’ultimo rapporto di Human Rights Watch, più di cento minori si trovano attualmente nel braccio della morte in Iran e almeno tre sono stati impiccati nel corso del2011. Arenderlo noto è il sito iraniano Khabaronline. L’emendamento, è stato già approvato dal Parlameno di Teheran mentre per l’entrata in vigore mancherebbe solo la firma del presidente Ahmadinejad.
L’Iran è, insieme ad alcuni Paesi arabi, uno dei pochi al mondo in cui la lapidazione è stata finora in vigore. Sospesa nel 2002 durante la presidenza Khatami, venne poi ripresa. Ma sono in molti a sostenere che essa non sia prevista in nessun versetto del Corano.
E’solo l’eliminazione di una barbarie. Ma la strada, per l’Iran è ancora lunga. Perché la pena di morte è prevista non solo per l’omicidio o per l’apostasia, ma anche per l’omosessualità, l’adulterio, lo spaccio di droga e qualsiasi azione considerata contraria all’ordine sociale e politico.
Giovanni D’AGATA
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