La furia dello Stato islamico non si arresta più. Proprio in questi giorni i sanguinari miliziani fedeli al califfo Abu Bakr al-Baghdadi hanno distrutto con i bulldozer l’antica città assira di Nimrud.
E adesso sono pronti a colpire l’Egitto nel cuore delle sue radici. Il portale Islam Web ha lanciato una fatwa proprio contro le Piramidi e la Sfinge in quanto “idoli” contrari alla fede islamica. Da qui l’appello a tutti i jiahisti dell’Isis affinché li facciano saltare in aria. Una minaccia terrificante che, negli ultimi giorni, è stata ripresa dalla stampa egiziana.
La fatwa contro le Piramidi e la Sfinge era stata pronunciata una prima volta nel 2012 dall’imam Murgan Salem al Gohary. Oggi, alla luce delle distruzioni delle statue al museo di Ninive e della chiesa di Mosul, la minaccia si fa ancora più grave. Nell’ordinamento giuridico islamico la fatwa è la risposta del giudice a una dubbio legislativo non sufficientemente chiaro. In questo caso è stato decretato che è giusto distruggere le Piramidi e la Sfinge in quanto simboli dei faraoni dell’antico Egitto.
Consentirne la loro esistenza, a detta dei tribunali islamici, significherebbe avallare l’idolatria. Come “falsi idoli”erano considerate le vestigia e le statue di Nimrud. Tanto che i folli miliziani dello Stato islamico hanno taso al suolo con i bulldozer l’antica città assira fondata nel XIII secolo avanti Cristo.
“Chi ha pronunciato la fatwa contro le Piramidi non capisce nulla – commenta il segretario generale del Consiglio supremo delle antichità, Mustafa Amin – la religione ci esorta a prendere esempio da chi ci ha preceduto attraverso l’osservazione di ciò che ci hanno lasciato. La legge egiziana punisce chi intacca i beni archeologici, anche solo con un graffio”. A proposito delle immagini diffuse sul web in cui i miliziani dello Stato islamico distruggono i reperti del museo iracheno di Mosul, Amin esprime totale rifiuto: “Questi reperti sono il punto di contatto diretto tra noi e il passato e la loro esistenza è importante”. Viene, però, da chiedersi se le Piramidi e la Sfinge siano davvero in pericolo. Dopo aver assistito alla distruzione delle statue del Buddha di Bamiyan, bombardate nel 2001 a colpi di cannone, e dell’antica città assira di Nimrus, rasa al suolo coi bulldozer, viene da dire di sì. Qualora l’Isis dovesse arrivare in Egitto, il rischio sarebbe più che reale.