Come dice l'autore in coda al libro, si tratta di un omaggio alla figura di Robert Louis Stevenson che è, in effetti, il protagonista della storia. Luly, questo è il nome del protagonista, altri non è se non Stevenson nell'età dell'adolescenza, coinvolto in una memorabile avventura assieme a suo cugino Bob e a suo padre, un ingegnere specializzato nella costruzione di fari. Tale è nel libro, tale è stato nella realtà il signor Thomas Stevenson. Luly/Robert Louis Stevenson, diventarà uno dei più grandi scrittori di libri di avventure di tutti i tempi.
Eh si, perchè il ragazzino scozzese, suo padre e suo cugino, hanno raggiungo proprio l'Italia (siamo nel 1864) per costruire un faro. O meglio, per portare a termine la costruzione di un faro, rimasta a metà da tempo. La storia è ambientata in Puglia, si parla dell'Isola Grande e dei suoi isolotti, di fronte a Porto Cesareo.
Luly è adolescente, malaticcio (come è stato nella realtà) ma voglioso di vivere avventure da grandi e, in Italia, ne ha l'occasione. Nel periodo in cui suo padre si trattiene per la costruzione della parte mancante del faro, il ragazzino e suo cugino vivono avventure che mai avrebbe immaginato e che mai dimenticherà.La narrazione è scorrevole e lineare, non ci sono pensieri troppo elaborati e non potrebbe essere altrimenti per un libro che nasce come libro indirizzato ad una giovane (in termini di età) fascia di lettori.Io l'ho preso in prestito in biblioteca e mi è sembrato di capire che nessuno l'avesse avuto in prestito prima di me visto che il volumetto arrivato tra le mie mani mi è sembrato nuovo di zecca. Fa parte della collana Storie e Rime della casa editrice Einaudi Ragazzi e lo consiglio a chi volesse vivere avventure di altri tempi tra briganti, isole e misteri. La storia vanta dei riferimenti storici ben precisi che, comunque, non appesantiscono la storia.
Con questa lettura partecipo alla gara di lettura in corso Monthy keyword reading challenge