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L’isola del tesoro

Creato il 23 aprile 2011 da Ippaso

ALL’ESITANTE COMPRATORE

Storie marine in marinaresco tono
E tempeste e avventure e caldi e geli
E bastimenti e isole crudeli
Piraterie, e interrato oro,
E ogni vecchia favole ridetta
Nei precisi antichi modi:
Se tutto ciò, come a me piacque un tempo,
Piaccia ai più savi giovani d’oggi:
Così sia, così accada! Se no,
Se il giovane studioso non più brama,
Gli antichi amori suoi dimenticò,
Kingston, o Ballantyne il valoroso,
o Cooper della selva e del maroso:
Così pur sia! E rassegnato io possa
E i miei pirati entrare nella fossa
Ove dormono quelli e lor fantasmi!

Così inizia L’isola del tesoro di Stevenson. Un libro che lessi tanti anni fa e ho ripreso da poco in mano. Ad un certo punto,  tra le pagine che parlano dello sbarco sull’Isola, ho trovato delle macchie: cioccolato! Non ne ho certo memoria, ma è molto probabile che lessi queste pagine (che ora ho davanti agli occhi, quasi a darmi ispirazione) mangiando cioccolato.

Mi rivedo, un ragazzo che legge appassionato questo libro straordinario e avvincente, eppur tanto semplice, masticando del cioccolato recuperato in cucina.

Proprio mentre si delinea questa immagine davanti agli occhi mi accorgo che sto facendo mie le parole sopracitate dell’autore. Anche io temo che alla nuova generazione di ragazzi non interessino più questo tipo di storie. Impegnati tra cellulari effetti speciali e tecnologie che credono di dominare, rischiano di perdere per sempre il piacere di immedesimarsi in personaggi come Jim Hawkins.



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