— L’isola di Arturo, Elsa Morante

Da Silvy56

“L’intenzione delle femmine è di degradare la vita. E’ questo che ha voluto dire la leggenda degli Ebrei, raccontando la cacciata dal Paradiso terrestre per volontà di una femmina. Se non fosse per le femmine, il nostro destino non sarebbe di nascere e di morire, come le bestie. La razza delle femmine odia le cose superflue, immeritate, è nemica di tutto ciò che non ha limiti… Vuole il dramma e il sacrificio, quella brutta razza, vuole il tempo, il decadimento, la strage, la speranza… Vuole la morte! Se non fosse per le femmine, l’esistenza sarebbe una giovinezza eterna; un giardino! Tutti sarebbero belli, liberi e spensierati, e amarsi vorrebbe dire soltanto: rivelarsi, l’uno all’altro, quanto si è belli. L’amore sarebbe una delizia disinteressata, una gloria perfetta: come guardarsi allo specchio; sarebbe… una cattiveria naturale e senza rimorso, come una caccia meravigliosa in un bosco reale. L’amore vero è così: non ha nessuno scopo e nessuna ragione, e non si sottomette a nessun potere fuorché alla grazia umana. E invece l’amore delle femmine è un servo del destino, che lavora per continuare la morte e la vergogna. Espedienti, ricatti, pretesti interessati: ecco di che cosa sono impastati i suoi sentimenti servili…”

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