Se pensavate che l’Italia rispetto agli altri stati del mondo fosse una formichina in mezzo a grossi elefanti, provate a immaginare come si sente la “povera” Isola di pasqua.
Lontano da qualsiasi altro stato o continente, lei vive “sola” in mezzo ad uno sconfinato oceano, quello Pacifico.
Sconosciuta a tanti, scondiderata da molti, l’Isola di pasqua (secondo me) è una meta turistica di grandissimo conto. Sicuramente non ospiterà l’edificio più alto del mondo o un H&M dove comprare vestiti low cost, ma può essere considerata una meta di tutto fascino, con anch’essa i suoi segreti da scoprire.
Povera di specie vegetali, priva di qualsiasi specie animale allo stato brado (animali da fattoria quali cavallo, mucche, pecore e maiali sono stati importati dai colonizzatori) ,dove trova la sua forza l’Isola di Pasqua? Sicuramente nella sua storia, ricca e affascinante.
Caratteristici dell’isola sono, infatti, i MOAI: testone di roccia vulcanica che “fuoriescono” dal terreno in grandissima quantità e che sono presenti su tutta la linea costiera dell’isola (se ne contano circa 638).
Ancora vi sono dei dubbi sul loro reale significato e sopratutto, su come queste altissime sculture di pietra venissero trasportate e poi posizionate in verticale sopra il terreno. Quello che non manca però, sono le leggende che si sono susseguite nel corso degli anni riguardo il loro significato.
Una delle meno emozionanti, ma quella più probabile, è che le statue rappresentassero antenati defunti o personaggi importanti della loro comunità, quella polinesiana.
Ma una delle cose che mi ha più affascinato riguardo l’Isola di pasqua è il RONGO RONGO.
Onomatopeicamente simpatica, la parola rongo rongo racchiude sicuramente molte più cose di quello che ci potremo aspettare.
Essa infatti è un sistema di glifi scoperto nel XIX secolo.
Ancora non del tutto decifrata è considera una delle pochi invenzioni indipendenti di scruttura nel Mondo.
Una cosa assolutamente magica e sensazionale!
Le opinioni sul Rongo rongo si sono susseguite nel corso del tempo, da chi crede che sia piuttosto una proto-scrittura o un sistema mnemonico, a chi pensa che sia realmente una forma di scrittura completa.
Qui di seguito un tentativo di traduzione di alcuni glifi .
Se la cosa vi ha affiscinato, la domanda che vi farete adesso sarà, come posso arrivare all’Isola di pasqua??
Lontano 4000 km dal Cile e più di 1500 km dall’isola di Papeete (una bellissima isola della Polinesia), l’unico modo “comodo” per arrivarci è tramite un volo diretto, che può partire da Tahiti (Polinesia), oppure da Santiago del Cile (Cile). Il volo dalla Polinesia dura circa un’ora e mezza mentre dall’America del Sud, 5 ore. Arrivarci non è sicuramente una passeggiata: i costi sono obbiettivamente altissimi per chi proviene dall’Italia. Ci saranno sicuramente monteplici scali da effettuare per arrivare prima di tutto in una delle due città con i voli diretti, e le ore di volo sono sicuramente troppe. Consiglio, quindi, di visitare l’Isola di Pasqua come scalo a chi si trova già nei “paraggi”.
Uno dei mezzi, anch’esso costosi, che ho trovato per poter includere l’Isola nel proprio itineriario-vacanze è una crociera (circa 4000€ senza volo) che vi porterebbe dal Cile all’Australia, passando per tutte le bellissime isole del Pacifico. Per capirci:
Insomma, l’Isola di Pasqua è sicuramente difficile da raggiungere, ma con la sua cultura, i suoi scavi archeologici e gli sport subacquei, è sicuramente una meta turistica di tutto rispetto.
Ovviamente, per chi se la può permettere.
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