Jack Rogan insegna letteratura inglese nel New England ma, in passato, ha girato il mondo per conto di alcune riviste di viaggi ed è stato un cacciatore di tesori. «L’isola perduta» è il suo romanzo d’esordio.
Sito casa Editrice: http://www.tre60libri.it/
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Autore: Jack Rogan
Serie: //
Edito da: Tre60
Prezzo: € 9.90
Genere: Thriller, Avventura
Pagine: p.443
Voto:
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Trama: Coste frastagliate e inospitali, fondali insidiosi, relitti di navi sparsi ovunque: è questo lo scenario che si presenta ai membri dell’equipaggio dell’Antoinette, un cargo proveniente da Miami e arrivato in quella remota isola nel mar dei Caraibi per incontrare la Mariposa, un peschereccio che trasporta un carico illegale di armi. Lontana dalle consuete rotte di navigazione e segnata solo sulle antiche mappe dei cacciatori di tesori, quell’isola è infatti il luogo ideale per l’approdo di trafficanti e contrabbandieri. Tuttavia, poche ore prima dell’appuntamento, dalla Mariposa è giunta via radio una comunicazione incomprensibile e allarmante: grida disperate, urla strazianti e, infine, il silenzio. E adesso il peschereccio è alla deriva e l’unico superstite, terrorizzato e moribondo, farfuglia frasi sconnesse, ripetendo ossessivamente una parola inquietante: los diablos… Nel frattempo, al largo dell’isola, un’altra nave è in attesa. Gli uomini a bordo stanno aspettando il segnale dell’agente dell’FBI imbarcato sotto copertura sull’Antoinette per intervenire e sventare lo scambio della merce. Ma tutti coloro che si trovano nelle vicinanze di quel luogo maledetto non possono immaginare che presto dovranno affrontare una minaccia finora sconosciuta all’uomo, i cui echi di morte, però, si perdono nella notte dei tempi…
Recensione
di Debora
Quando finalmente giunsero in vista dell’isola, bastò un’occhiata per farsi venire la pelle d’oca: l’isola era un cimitero di relitti abbandonati. E nell’aria riecheggiava una voce, lontana e smorzata. Nessuna parola, solo quella voce: non proprio bella, però rasserenante, sommessa.
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Infatti nell’ Isola perduta l’oceano rimane sempre uno dei protagonisti; il fatto che ci si trovi in mezzo al mare, in balia delle onde, della profondità e dell’oscurità degli abissi incute sempre un po’ di paura e scatena dei sentimenti primordiali. L’uomo è privo di sicurezze li in mezzo. Ho trovato di meno invece, cosa che mi aspettavo dal titolo del libro, la descrizione di questa isola. Qualcosa c’è ma rimane sempre sullo sfondo e l’autore non la fa risaltare nella stessa misura dell’importanza data all’oceano.
Più volte nel corso del romanzo ho colto nei protagonisti un sentimento di paura, così forte che neppure la voglia di vivere aiuta ad andare avanti e a darsi una spinta per affrontare le difficoltà. Anzi, in certi frangenti i personaggi di questo libro non ne possono più del terrore, tanto da aver quasi voglia di morire per poter mettere fine all’incertezza della morte.
Il lato negativo del libro è che forse ci sono troppi personaggi e poco approfonditi; in ogni capitolo troviamo il punto di vista di uno di essi ma lo spazio dedicato ad ogni soggetto è talmente breve che non appena arriviamo ad entrare nella testa di uno già dobbiamo abbandonarlo per un altro. Essendo i capitoli così articolati si rischia di dimenticare dei particolari in quanto le figure che entrano in scena sono veramente troppe. All’inizio della lettura pensavo che dopo alcuni capitoli l’autore avrebbe deciso di soffermarsi su un solo personaggio ma invece è andato avanti, per tutta la durata della storia, ad alternarli tutti: Tori, Gabe, Jhon, David..
C’è da dire che con alcuni di questi personaggi l’autore torna indietro nel tempo per spiegare meglio il loro passato tormentato, prima dell’imbarco sulla nave; è quasi un tentativo di approfondire la loro figura, anche se a mio parere questo accorgimento non è servito a farmi amare di più un personaggio piuttosto che un altro.
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Ammirevole comunque lo stile dell’autore; tutto fila via molto liscio con il giusto uso di descrizioni e dialoghi. Ancor più preciso è, a mio parere, nell’illustrazione dei dettagli della nave e di alcuni componenti di essa, con l’utilizzo di termini tecnici.
Inevitabile poi, a mio avviso, fare dei paragoni con alcuni film horror in cui i personaggi scappano da creature quasi diaboliche. Anche nei film i protagonisti si trovano quasi sempre in luoghi inesplorati, naturali, privi di difese e vittime di esseri mostruosi. Siamo talmente colpiti da immagini di film di questo tipo, che leggendo il libro, è difficile farsi un’idea propria della fattezza dei mostri. La creatura de L’isola perduta è paragonata da alcuni personaggi ad una sirena, ma sinceramente, affascinata come sono io da queste creature, ho trovato difficile immaginarle terribili e diaboliche, anche se le vere sirene, in realtà, sono proprio delle perfide creature degli abissi e non sono come Ariel!
Nota positiva per il prezzo decisamente abbordabile vista anche la mole del libro.