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L’Italia accetta la sfida per il riciclo delle batterie al litio, tra smartphone, tablet, pc ed auto elettriche

Creato il 31 ottobre 2014 da Stivalepensante @StivalePensante

Smartphone, tablet, pc, auto elettriche: in tutti questi prodotti ci sono batterie al litio, diffusissime, quindi, eppure non esiste ancora un sistema sicuro per riciclarle. E’ l’Italia a raccogliere questa sfida, grazie all’Iccom, l’Istituto di chimica dei composti organometallici del Cnr, e Cobat, il Consorzio Nazionale per la Raccolta e il Riciclo. L’obiettivo è trovare una tecnologia affidabile ed ecosostenibile per il trattamento di questa tipologia di batterie, presente nei dispositivi di elettronica portatile e nelle auto elettriche.

(sassweb.ca)

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La sfida dell’Italia per il riciclo delle batterie al litio. L’assegnazione del progetto ai ricercatori dell’Iccom, sottoscritta oggi da Giancarlo Morandi, presidente di Cobat, e da Maurizio Peruzzini, direttore di Iccom, alla presenza del presidente del Cnr Luigi Nicolais, è il primo passo concreto dell’accordo quadro di durata triennale siglato a maggio 2014 dal Consiglio Nazionale delle Ricerche e da Cobat. Il Consorzio ha così affidato ufficialmente all’Istituto uno studio di fattibilità per individuare un processo di trattamento e riciclo degli accumulatori al litio esausti e quindi recuperare i metalli e i componenti contenuti.

Le pericolosità delle batterie al litio. Si tratta di batterie estremamente delicate, il cui elemento base è altamente infiammabile, in particolar modo in presenza di acqua. “Vogliamo dare una risposta oggi alla sfida ambientale del futuro – dichiara Giancarlo Morandi, presidente di Cobat –. Dal 2001 al 2013 l’uso di batterie al litio è quasi decuplicato. Tutti noi le abbiamo in tasca, dentro i nostri smartphone. E le avremo sempre di più nelle nostre auto, visto che alimentano le vetture ibride ed elettriche, e in generale nei sistemi di accumulo di energia”.

Ad oggi non è stato trovato ancora nessun modo per riciclarle. Batterie ormai molto diffuse, dunque, eppure al mondo non esiste ancora un sistema sicuro per riciclarle. “I prodotti di oggi sono i rifiuti di domani. Quello che vogliamo fare è trasformarli in risorse – aggiunge Morandi -. Per raggiungere questo ambizioso obiettivo abbiamo chiesto aiuto a un’eccellenza della ricerca, il Cnr, mettendo a loro disposizione gli indispensabili finanziamenti e, soprattutto, la nostra lunga esperienza nel settore”. (ADNKRONOS)


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