“Il problema non è il problema. Il problema è il tuo atteggiamento rispetto al problema.”
- Jack Sparrow -----------------------------------------------Un sinistro sabotaggio all’impianto di riscaldamento del tribunale di Foligno lunedì scorso ha costretto tutti quelli che ci lavorano ad amministrare la giustizia nella morsa del gelo.Un colpo basso, meschino, messo a segno con una malvagità sottile e strategica, preparato nei minimi dettagli. Niente di eccessivamente dannoso, ma sicuramente urtante; non distruttivo come un pugno, ma bruciante come uno schiaffo: il riscaldamento è stato sabotato usando grandi quantità di escrementi.Le autorità non hanno perso tempo, sanno già chi è stato, anche perché non ci vuole molto a capirlo, e anche il messaggio di questo gesto è fin troppo chiaro: a loro, ai responsabili, non interessa nulla della nostra civiltà, delle nostre regole e delle nostre leggi, se ne fanno beffe ogni giorno, come e quando vogliono, e questo è solo l’inizio. Il sabotaggio del riscaldamento del tribunale è stata solo una prova, un assaggio di quello che accadrà in futuro, quando loro vinceranno, quando noi saremo schiavi in casa nostra.Loro, gli attentatori, sono la piaga incurabile di tutta l’Italia, gli ospiti indesiderati che ogni giorno approfittano palesemente della nostra eccessiva bontà. Diciamocelo, noi siamo troppo cordiali, davvero: li accogliamo, li ospitiamo, gli diamo da mangiare, da bere, tutto a nostre spese, e loro ci ricompensano così.Qui da noi è una storia vecchia, ormai, la gente si lamenta da tempo, non è certo la prima volta che se ne parla. Spesso, troppo spesso, si sentono storie terribili di agguati tesi nei vicoli bui, talmente rapidi e mirati che le povere vittime non hanno modo di reagire. A volte avvengono addirittura nelle piazze, davanti agli occhi di tutti, e quando non colpiscono la gente colpiscono le loro automobili, le loro case, i loro cornicioni: niente e nessuno si può salvare da loro.Avete capito di chi sto parlando, no?Quegli schifosi sono in mezzo a noi, piaghe bipedi che non sono altro. Se ne stanno lì, cercano di ispirare tenerezza nei passanti, pietà, compassione, ti guardano con quell’aria ingenua e innocente che in realtà nasconde una volontà malefica. Sono sporchi, sono pieni di malattie, sono brutti, rozzi, maldestri, stupidi, sono proprio degli animali, non esiterebbero a scannarsi tra di loro per qualche mollica di pane, e poi si riproducono con un ritmo terrificante, tra un po’ saranno anche più di noi, ci schiacceranno, e la legge non fa altro che difenderli. Dannati piccioni.(09 novembre 2006)