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Uomini che si uniscono 'civilmente' ad altri uomini. Donne che dicono altrettanto 'civilmente' di sì ad altre donne davanti ad un pubblico ufficiale. Esseri umani che, al di là del genere, si maritano, si ammogliano e s’ammucchiano come meglio gli piace. Coppie gay, coppie di fatto, coppie assortite, coppie per tutti i gusti e con tanto di prole al seguito. Insomma, 'unioni' che a prescindere dal genere maschile o femminile vanno sotto il nome di “unioni civili”. Risultato? Il bebè può avere un padre e una madre come prima della legge, o, post legem, ritrovarsi con due padri o due madri! La cittadinanza italiana ai figli degli immigrati che abbiano portato a termine cinque anni di scuola o che abbiano almeno un genitore in possesso del permesso di soggiorno. Insomma "ius soli", in latino “diritto del suolo”, per i migranti che dovranno garantirci quel ricambio generazionale di cui noi non siamo più capaci! Questa è l’Italia che 'cambia verso'. Un’Italia tutta all’incontrario, dove ci dicono di aver abolito Senato, Province e Prefetture, ma che poi di fatto lascia tutto così com'era, con qualche vantaggio in più per "loro" e tanti diritti in meno per "noi". Un Paese dove gli italiani aspettano una vita per poter andare in pensione prima che sia troppo tardi e senza dover rinunciare a buona parte dell’assegno previdenziale. Uno Stato dal quale i giovani e i pensionati 'emigrano' in cerca di migliori opportunità e condizioni, e i lavoratori dipendenti 'restano' in attesa di quei rinnovi contrattuali che ancora son ben lontani dall’addivenire a stipendi dignitosi e adeguati al costo della vita e alla moneta unica. In tutto questo capovolgimento di cose l’unica realtà che ancora marcia nel solito verso sono debito pubblico, tasse e corruzione! Ma siamo davvero certi che è proprio questa l’Italia che vogliamo?