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L'Italia dei Flashmob flamenchi.

Creato il 06 ottobre 2012 da Ilariadot @Luna84

Dovuta premessa per i meno informati: la Biennale di Siviglia é, senza ombra di dubbio, evento cardine per la cultura flamenca. E in occasione della sua conclusione, lo scorso 29 Settembre, la rete si é data da fare per dare ancora lustro al senso del suo nome. Tutto é partito da un video. Una coreografia di Rafaela Carrasco, corredata di apposito appello,  che da youtube ha fatto il giro del globo. Chiedeva, Raffaela, di riunirsi nelle piazze, rigorosamente in abiti civili. Chiedeva di ripetere i suoi passi, nient'altro. E nello stesso istante, tutti assieme, cominciare a ballare. Come se la terra fosse un unico tablao. 

Si trattava, insomma, di celebrare la passione che riesce a rendere un po' piú simili tante vite altrimenti diversissime. Di festeggiare quell'arte cosí peculiare che che le rende in fondo parte di una stessa famiglia senza limiti geografici o d'etá.Beh, missione compiuta. Sí. Perché, a quell'appello, hanno risposto in migliaia. Da Londra al Messico. Da Siviglia  a Lubiana, passando per Buenos Aires, Budapest e Shangai. Ovunque, alle tredici in punto di quella stessa giornata, la comunitá flamenca s'é fatta sentire. Al suono della stessa musica ha stupito i passanti di sorrisi e di palmas. Di tangos e voglia di lasciarsi andare. E oggi, guardando quei video, io non riesco a non provare invidia per chi c'era. Ogni singolo play mi indonda di entusiasmo. Di emozione. Di energia. Tanto che – lo ammetto – faccio fatica persino a spiegarvelo in parole. Per cui sapete cosa? Premetelo anche voi, il play. Scopritela anche voi, l'Italia filoispanica che amo. Ché poi ogni flashmob ha le sue peculiaritá. Per esempio, eccovi quello milanese, sotto il cielo grigio degli stereotipi. 


O quello bolognese. Poco affollato, ma non per questo meno sentito. 


A Padova sono state coraggiose. Ballare su quel marciapiedi gonfio d'acqua giá dev'esser difficile di per sé. Loro, poi, l'hanno fatto addirittura con le scarpe professionali. Quelle coi chiodini sotto, per capirci. Che non si siano rotte una gamba, secondo me é quasi un miracolo. 


Le riprese di Torino sono tra le piú curate, mentre la coreografia assume un pizzico di mobilitá in piú. 


Il mio flashmob preferito, peró, resta senza dubbio quello di Roma. L'affluenza massiccia. Il sole alto nel cielo. E la gente che continua a ballare. Anche se i vigili spengono la musica. Anche se un'auto municipale si accinge a disperderli. Ballano. Loro ballano ancora. Come se niente li potesse fermare. E allora gli spettatori, solidali, li accompagnano in un crescendo di palmas. Nelle esortazioni. Nella gioia incontenibile di essere lí, in quel preciso istante. Lí, per dire al flamenco: “io t'amo, davvero”. 



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