L’Italia andrà in default? Probabilmente lo è già.
Con la guerra monetaria in corso e con gli scarsi aiuti per le piccole e medie imprese il passo verso il baratro non è cosi lontano.
Immaginate di dover prelevare dei soldi dal vostro conto corrente presso uno sportello bancomat e non trovare soldi disponibili; nessuna transazione attraverso bancomat, carta di credito o bonifici. Tutti gli stipendi pubblici, le pensioni e il soccorso sanitario congelati. Crollo immediato di tutti i consumi, la gente nel caos…
Visione catastrofica del futuro?
Forse.
L’Italia ha il quarto debito pubblico mondiale ed il suo ammontare si aggira intorno ai duemila miliardi di euro: ciò vuol dire che per ripianare questo debito ogni cittadino italiano (bambini compresi) dovrebbe versare 31 mila euro circa.
In questo modo si rischia veramente il default! La parola default letteralmente significa mancanza, assenza, difetto. Ed è in questo contesto sta ad indicare il fallimento. All’epoca del regno d’Italia vigeva il concetto di pareggio di bilancio, ovvero, si progettava di spendere quanto si progettava di avere come introiti dalle tasse. A partire dagli anni 60 ci troviamo di fronte all’esplosione del debito pubblico che servì in parte a finanziare le opere pubbliche più o meno utili; sale negli anni 70 e fa un’ulteriore balzo negli anni craxiani.
Da 10 anni l’Italia incassa più di quanto spende ma solo se si esclude il solo pagamento degli interessi, cosi aumenta il rapporto deficit-pil che oggi ha raggiunto il 3,9%. Con l’ingresso “miracoloso” nell’euro l’Italia ha avuto un periodo d’oro in cui una crescita economica relativamente forte si accompagnava ad una diminuzione netta del costo degli interessi applicato all’Italia, infatti la teoria economica era basata sull’idea che l’euro avrebbe condotto gli stati meno virtuosi ad uniformarsi a quelli più virtuosi, dunque lo spread ( il differenziale di coso tra il debito tedesco e quello italiano si ridusse enormemente a beneficio delle casse italiane che in un anno solo arrivarono ad azzerare il deficit post interessi.
Dovevamo approfittare allora per ridurre il debito sempre attestato al 120% del PIL. La crisi del debito greco ha fatto risvegliare alla realtà che la situazione in ogni paese è diversa nonostante all’interno dell’euro, anzi gli stati meno virtuosi invece di adeguarsi hanno falsato i bilanci sfruttando sfruttando il fatto che godevano di interessi bassi! Ora si tornerà a pagare il 6% sul debito di Stato, il che vuol dire il nostro deficit futuro sarà più alto di quello precedente in una situazione economica già drammatica.
I più ottimisti dicono che l’Italia non può fallire dato che il suo debito è di proprietà di Francia e Germania, entrambi con la stessa moneta. Farla fallire sarebbe controproducente per loro e per la moneta unica! Per sicurezza comunque tenete i soldi a casa, non uscite, non aprite la porta e non accettate caramelle dagli sconosciuti. Con il default basta progressi, basta assistenza privata gratuita, basta pensioni, più tasse, più irpef e più iva sociale….. questi sono i suoi lati positivi!