Insomma voli cancellati.
Una città bloccata.
Milioni di euro spesi, per sentirsi dire che lo Stato (il nostro) deve vietare l’aborto, l’eutanasia e, ovviamente, il matrimonio gay (che non ha a che fare con la vita e la morte, ma è innaturale ed è quindi soggetto a divieto).
Questo lo fa il monarca assoluto di uno Stato estero, il Papa. I
Insomma non ho colto oggi l’orgoglio del mio Paese che a Roma sfila con le forze armate per la “sua” repubblica (laica e democratica) e a Milano si mette in ginocchio all’assolutismo religioso.
Chissà perché oggi ho ripensato a quella tendopoli a Villa Pamphili con la sfilata bipartisan dei nostri politicanti, sempre pronti al potente di turno. Che sia religione, petrolio, gas in fondo che differenza fa?
Mi sarebbe piaciuto che a fronte di un Alemanno che diserta la parata romana in polemica per le spese in concomitanza con gli eventi emilani (per me non ha senso mai che sfilino i militari per festeggiare la repubblica), avrei voluto, insomma, ch Pisapia disertasse la “convention” milanese di estremisti (travolti anche loro da scandali finanziari, tra l’altro) che violano la libertà delle donne infestando gli ospedali di obiettori (legittimo, ma devono essere in numero limitato), che condannano i nostri affetti, condannano le nostre famiglie, discriminano i nostri figli, istigano al suicidio gli adolescenti.
A me un Paese così non piace. Non è il mio. Non è la costituzione questa, non è la mia repubblica questa. Non è la mia democrazia questa.
Io non ci sto. Io mi dissocio.