L’Italia imbarbarita da Silvio&His; Friend’s. Si può dire, oppure siccome è luglio e fa caldo, meglio tacere?

Creato il 27 luglio 2012 da Massimoconsorti @massimoconsorti

Il dato di fatto è incontrovertibile, inoppugnabile come direbbero i puristi. L’Italia è un paese per vecchi... barbari. Si sono fermati tutti da queste parti a svernare in attesa di staccare l’ultimo biglietto per l’ultimo viaggio. Non parlo mica dei meritori acquirenti inglesi, tedeschi e olandesi di case e cascinali diroccati nelle nostre campagne e nei ridenti paesini di media collina, che poi li trasformano in beauty-farm, ma di tutti quei politici, industriali, finanzieri d’assalto e banchieri che si sono arricchiti fraudolentemente e ora attendono serafici e pacificati, di godersi il frutto delle loro malefatte. Non solo. Di tutti quei giornalisti servi, anchorman televisivi proni, camerieri e maggiordomi, nani, ballerine e concubine decerebrate che popolano l’universo mondo dell’Italia post-berlusconiana. Perché sapete che c’è? Nonostante oggi si inaugurino le Olimpiadi di Londra, con una cerimonia che viene definita sobria (in segno di rispetto per i tempi bui di crisi che stiamo vivendo), basta scorrere le prime pagine dei giornali on-line e le palle girano, madonna quanto girano. Rapidissimo riassunto. Mario Draghi, presidente della Bce, è costretto a intervenire per sedare i merca(n)ti. Dice: “La Bce è pronta a tutto”. E all’improvviso le borse rivedono il segno +, lo spread torna sotto i 460 (sic!), e i broker, appena ieri sull’orlo del tracollo psicofisico, possono andarsene a Cesenatico. Droga su droga, flusso continuo di denaro a chi questa crisi l’ha causata, mercati ormai privi di punti di riferimento, economie nazionali sempre più dopate da carta straccia e non dal sano concetto del “profitto da lavoro”, insomma un enorme, collettivo, globale suicidio finanziario di massa. Muore a 65 anni colpito da infarto, Loris D’Ambrosio, collaboratore del Presidente Napolitano al Quirinale. D’Ambrosio, secondo la procura di Palermo, era coinvolto nella trattativa fra lo Stato e la mafia, una polemica violentissima che, come si ricorderà, ha visto in prima linea lo stesso presidente della Repubblica. La morte di D’Ambrosio ha dato la stura a tutta una serie di attacchi altrettanto violenti contro i pm palermitani. Napolitano ha detto “D’Ambrosio era sconvolto dalle polemiche su di lui”, mentre il fine intellettuale Maurizio Gasparri non ha saputo fare di meglio che attaccare direttamente Ingroia: “La scomparsa di D’Ambrosio è stata condizionata da recenti eventi”. Non si sa se Gasparri conoscesse o meno D’Ambrosio, quello che è certo è che il capogruppo del Pdl al Senato ha perso l’ennesima occasione per tacere. E vengo alla polemica del giorno, quella sollevata da Roberto Saviano contro il suo ex datore di lavoro, Marina Berlusconi. Come (quasi) tutti sapranno, la figlia dell’ex presidente del Consiglio è stata convocata dai pm di Palermo che vogliono avere da lei notizie su un conto co-intestato del quale però, la presidente della Mondadori, non ricorda nulla, non sa nulla, non ne sapeva l’esistenza e, quindi, non l’ha mai usato. E invece di andare a dire le stesse cose ai giudici che l’hanno formalmente convocata, la signora Marina ha rilasciato una dichiarazione (preventiva) alla stampa nella quale si discolpa di un reato mai ascrittole. A Palermo, lei, non andrà e Chi, Il Giornale, Libero e Tv Sorrisi e Canzoni, le faranno da portavoce. Saviano giunge a una conclusione logica: “La sua famiglia si è fatta ‘Istituzione’ essa stessa, guardando più che a Occidente all'Oriente degli amici di famiglia: Putin, Lukasenko e Gheddafi. Lei dichiara che la procura di Palermo l'ha convocata per avere notizie su un conto cointestato...Immagino sappia che per molto meno eserciti di scherani hanno diffamato, mediaticamente massacrato, sbattuto in prima pagina persone la cui unica vera colpa era essere entrati in conflitto con suo padre”. L’Italia non è un paese per persone normali, lo è per chi è un po’ più normale degli altri.PS. Le Robertò Vierge è incazzatissimo. Mica con Edmondo Bruti Liberati, con i giornalisti di Repubblica e con gli intellettuali. Ma come si guarisce da questa patologia?



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