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L’Italia non é un paese per eventi

Creato il 09 maggio 2014 da Sdemetz @stedem
L'amara ironia di una

L’amara ironia di una “board” su Pinterest. Expo made of Italians. Purtroppo, si.

Questo, cari lettori, contrariamente alla mia abitudine, un è post pamphlet, un post amaro e sconfortato. Un post che segna una sconfitta verso tutto ciò che negli anni ho raccolto dentro questo blog. È il post che racconta la sconfitta degli eventi nel nostro paese.

“Il solito copione”, scrive oggi Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera, “recitato per i Mondiali di Nuoto, le universiadi, la World Cup di Calcio, l’Anno Santo … Anni perduti in preliminari, discussioni infinite sui progetti, liti e ripicche sulla gestione e poi, di colpo, l’allarme: oddio, non ce la faremo mai! Ed ecco l’affannosa accelerazione, le deroghe, il commissariamento, le scorciatoie per aggirare lacci e lacciuoli, le commesse strapagate, i costosissimi cantieri no stop.”

Il “la” per questo perfetto e desolante quadro lo danno gli arresti intorno a Expo2015 a un anno dall’apertura dell’evento.

E dunque questo mio, non può che essere un post di dolore e di sconforto. Perché questo nostro paese distrugge tutto ciò che tocca. Roma ora vorrebbe partire con una candidatura olimpica e chi esprime dei dubbi è tacciato di disfattista, di iellatore, di anti-italiano.

“In questo paese – si risponde stizziti – bisogna pur credere! Bisogna andare avanti, non si può dire di no, solo per paura che qualcosa di negativo possa accadere.”

Ma i no ai grandi eventi oggi sono la voce realista di un paese che non crede più. E in questo coro, con immenso sconforto, mi ci metto anch’io, che vivo di eventi, studio gli eventi e credo, in senso astratto, che gli eventi siano una grande opportunità per la crescita (economica, sociale, culturale e professionale) di un paese.

E invece si ripete la solita storia. Il sogno viene fottuto e chiedo scusa per questa espressione che poco si confà al mio stile.

Un evento è qualcosa di impalpabile ed è effimero. Arriva, riempie di vita uno spazio, e poi se ne va. Ed è proprio il fatto che se vada che aumenta le responsabilità di chi ha l’onere e l’onore di farsene carico. La pianificazione strategica di un evento deve, per la natura della materia intangibile che tratta, occuparsi dell’evento stesso e della sua eredità. Deve avere la serenità e il tempo per affrontare non solo la grande festa, ma le tracce che saranno lasciate dopo. Ed è questa la grande forza degli eventi. Il fatto che cambiano qualcosa rispetto a prima. Che lasciano una traccia.

Affinché questa traccia sia un avanzamento, una crescita, un miglioramento, ci vuole solo una cosa: responsabilità, che è il compito primario di qualsiasi manager. Responsabilità per un’intera comunità, intesa non solo in senso geografico o sociale, ma come rete di impresa, servizi, persone, competenze, energie …

Nei mega eventi questa responsabilità riguarda non solo il paesello e i villeggianti, ma riguarda un sistema, riguarda un intero paese.

Naturalmente siamo tutti in attesa di sentenze definitive per colpevolizzare davvero gli arrestati, ma chi ora è in galera per Expo2015 (se é colpevole) ha tradito il proprio paese. E questo tradimento a quanto pare è un costume fin troppo diffuso in Italia.

Quindi, lo dico con il cuore che piange: no, questo non è un paese per grandi eventi. Lo dico io, che di eventi vivo e che credo nel potere magico di questa forza dinamica, fatta di vita, di persone, di infrastrutture, di belle architetture, di sperimentazione, di formazione, lo dico io, che per questa mia passione dovrei essere felice e orgogliosa di vivere in un paese che ospiterà Expo 2015 e che vuole candidare Roma per le Olimpiadi estive.


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