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L’Italia non è un Paese per giovani!

Creato il 16 novembre 2011 da Mir Gorizia @Ettore_Ribaudo
Il nostro premier ha compiuto 68 anni, il precedente anche di più. È di gran lunga il leader più vecchio d’Europa (almeno sui numeri saremo tutti d’accordo). Il paese è guidato da un ultra sessantenne, ha un Presidente della Repubblica ultra ottantenne e ha un’intera classe politica (maggioranza e opposizione) vecchia: politicamente e anagraficamente. In uno dei momenti più difficili della sua storia, dinanzi ad una crisi senza precedenti e proprio mentre il Paese avrebbe bisogno di forze fresche, di giovani rampanti pronti a mettersi in gioco e a dare il loro contributo, l’Italia è governata da vecchi pensionati. Con tutto il rispetto per i pensionati. E per i vecchi. Ma non è un problema solo della classe politica, ma più in generale di tutta la classe dirigente. Manager d’aziende, intellettuali, politici e dirigenti: l’Italia è una Repubblica fondata sulla gerontocrazia, dove tutti i posti pubblici e di potere sono occupati da anziani. Tutti; eccovi l’esempio:

L’Italia non è un Paese per giovani!



Economia, Mario Monti (interim) 


 

Esteri, Giulio Terzi di Sant’Agata Interno, Anna Maria Cancellieri Giustizia, Paola Severino Difesa, Giampaolo Di Paola Sviluppo-Infrastrutture, Corrado Passera Agricoltura, Mario Catania Ambiente, Corrado Clini Lavoro-Pari Opportunita’, Elsa Fornero Salute, Renato Balduzzi Istruzione, Francesco Profumo Beni Culturali, Lorenzo OrnaghiAffari Europei, Enzo Moavero Milanesi Turismo-Sport, Piero Gnudi Coesione Territoriale, Fabrizio Barca Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda Cooperazione Interna e Internazionale, Andrea Riccardi Come si vede l’età media è di 64 anni, in nessun paese Mondiale si vede una classe politica così vecchia e stantia, o legata a vecchie lobby o industriali, come il nuovo Ministro Passera, per lui non vale il conflitto di interessi?L’Italia ha bisogno di energia nuova per rimettersi in corsa, mentre le nuove energie scappano all’estero. L’Italia ha, tra i paesi occidentali, uno dei più alti tassi di emigrazione intellettuale e scientifica. Detto in altri termini: i migliori vanno via. Una classe dirigente che si lascia sfuggire i migliori è una classe dirigente miope. L’Italia è condannata al declino.Un caso emblematico è il mondo accademico italiano dove, spesso, è molto più importante l’età del curriculum. A dirla tutta, spesso è più importante chi conosci rispetto a che cosa conosci. Ma questa è un’altra storia, sempre tutta italiana.L’Italia e’ malata di “demeritocrazia”, ed e’ un caso, a quanto pare, soltanto della nostra penisola.In un articolo, di un  paio di anni fa, si arrivava alla conclusione che, in Italia, quando la maggior parte delle carriere lavorative si esaurisce, per raggiunti limiti di eta’, in politica si raggiunge l’ apice del successo. C’e’ una notevole differenza di eta’ tra i nostri politici e quelli del resto del mondo democratico.Il nostro presidente del consiglio ha ben venti anni in piu’ della media europea, per non paragonarlo ai soli 47 anni del nuovo presidente americano. Se fosse soltanto questione di eta’, pazienza, ce ne faremmo una ragione visto che l’ anziano e’ portatore di saggezza, almeno da quanto ci e’ stato detto fin da bambini.Il problema e’ che i risultati ottenuti dal loro lavoro non sono per nulla proporzionati ai loro guadagni.E il caso anche dei vari manager che si sono occupati del risanamento di Alitalia, Ferrovie e non solo.Stipendi e liquidazioni non vengono mai rapportati ai risultati ottenuti. Non si spiegherebbero altrimenti le liquidazioni milionarie a fronte del totale fallimento del loro operato.Viviamo nel demerito totale, si fa carriera per anzianita’ o per conoscenze. La classe politica non si rinnova grazie alle virtu’ degli aspiranti, ma solo perche’ le segreterie dei partiti decidono, senza sentire gli elettori, di mandare in parlamento gli amici piu’ fidati e leali, quelli non pensanti e che dicono sempre si va bene.Il merito non puo’ appartenere a questa classe dirigente che si autoreferenzia, e che mette i suoi uomini giusti nelle caselle giuste per non avere lo sgradevole impiccio di dover confrontarsi con chi ha idee da proporre. Mentre i giovani e meritevoli cervelli italiani tentano la fuga all’estero, dove sono costretti a chiedere asilo politico-lavorativo.Soltanto l’Italia presenta molti piu’ giovani che si recano all’estero, in cerca di fortuna, rispetto a quanti giovani vengono da noi, dagli altri paesi.Questo significa che non c’e’ alternativa al demerito, e non ci sara’ alternativa se non si  provvedera’ a mettere a “riposo” la gerontocrazia.L’età media dei docenti italiani (compresi i ricercatori) cresce sempre di più ed è una delle più alte al mondo. Restringendo il campo all’Europa, e solo per citare qualche esempio, in Spagna l’età media dei docenti è di 44 anni, in Germania e Portogallo di 42 e in Turchia è di 38. Continuando sempre con i numeri: in Francia il 21% dei docenti è under 34: ovvero un docente su 5 ha meno di 34 anni; in Inghilterra è del 27% e in Germania del 32%. In Turchia gli under 34 sono addirittura più del 40%.Non diversamente vanno le cose per la classe politica dove, secondo il rapporto Luiss 2008 sulla classe dirigente, il 60% dei politici italiani ha più di 70 anni. Anche qui il paragone con l’estero ci permette di capire meglio le differenze. Tony Blair viene eletto parlamentare a 30 anni e diventa leader del partito laburista a 41 e tre anni dopo diventa premier. L’attuale leader laburista, Ed Miliband, ha 41 anni (Bersani ne ha quasi 20 in più) e il premier inglese Cameron ne ha 45 (Berlusconi ne ha 30 in più). Nel resto d’Europa la situazione non è molto diversa: Nicolas Sarkozy ne ha compiuti 56, Zapatero ha 51 anni, e Angela Merkel ne ha compiuto 57. Obama, per guardare oltre oceano, di anni ne ha appena compiuto 50 (25 in meno di Berlusconi e 18 in meno di Monti).Infine, stesso discorso potrebbe essere fatto per le altre cariche. Nel mondo dell’imprenditoria italiana, ad esempio, la presenza degli under 30 è, negli ultimi anni, diminuita significativamente, mentre è aumentata, nei consigli di amministrazione societari, la quota degli over 70.  Ai giovani non resta che fuggire, schiacciati dalla presenza ingombrante di una classe dirigente vecchia e miopie. Insomma, detto tra noi, l’Italia non è un paese per giovani. M.Sc. BASIGLIO-RIBAUDO Ettore Guido Coordinatore MNC Regione Friuli http://feeds.feedburner.com/blogspot/sHlyJTags: 5stelle, Ambiente, Auto, classe politica, cormons, crisi, elezioni fvg, energia, fornero, gerontocrazia, Giustizia, gorizia, lavoro, meritocrazia, politica, pubblica amministrazione, ribaudo, ribaudo ettore, romoli, terna

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