I lastricatori tagliano le pietre sotto il sole, poi siedono all’ombra di un muro, con un panino in mano, senza poltrone, senza buvette, senza privilegi.
Alessandra ha aperto il suo negozio di parrucchiera con l’aiuto del fidanzato, non ha nemmeno una shampista perché non può permettersela, fa tutto da sola.
Chiara soffre di emicrania ma, ogni mattina alle sei, prende il pulman e va in una scuola sempre diversa, ad insegnare a bambini di tutte le nazionalità, che le trapanano il crano con i loro strilli.
Rosa fa le pulizie, la pagano in nero, ma è serena ed onesta. Sì, onesta, perchè è di onestà che si parla, una parola di cui si è perso il significato, una parola che vuol dire sacrificio, sopportazione e tenacia.
L’onestà va cercata in mezzo al marciume, alla corruzione, alla cocaina, ai ricatti sessuali, alle tangenti. L’onestà va difesa, protetta, perché appartiene ancora all’Italia vera, all’Italia che conosco, che lavora e che, forse, ci salverà tutti.