Magazine Opinioni
Negli ultimi anni ci hanno provato in molti a spiegare l’Italia ai tedeschi. I casi più celebri sono stati quelli di Giuliano Ferrara che in piena bufera per il caso Noemi Letizia e dopo il successo elettorale del Popolo della Libertà alle elezioni europee, dalle pagine del Die Welt, giornale conservatore (ma sempre critico nei confronti del Presidente del Consiglio italiano) cercò di chiarire il successo di Silvio Berlusconi. Ferrara, con la solita abilità e lucidità di analisi, sosteneva che l’Italia è «politicamente e letterariamente dominata dall’imperatore dell’immaginazione e della politica». Berlusconi aveva, infatti, imparato molto bene e molto presto il mestiere della politica, tanto da essere stato, negli ultimi sedici anni, sia leader di governo che di opposizione. Ferrara concludeva citando Nietzsche: «Non resta altro mezzo per rimettere in onore la politica, si devono come prima cosa impiccare i moralisti». L’altro tentativo, di tutt’altro tenore, fu fatto, qualche giorno dopo, da Gian Enrico Rusconi, raffinato intellettuale ed esperto di politica e cultura tedesca. Dalle pagine della Süddeutsche Zeitung (giornale progressista) interpretava il fenomeno Berlusconi come espressione dell’attuale società civile italiana o, forse, del disorientamento della stessa. Berlusconi come simbolo e risposta alla crisi del sistema politico italiano.
Un anno e mezzo dopo è il turno di Roberto Saviano, scrittore molto amato in Germania. In ben dodici puntate Saviano ha iniziato a descrivere l’Italia sulla Die Zeit, l’autorevole settimanale di ispirazione liberal-progressista. Roberto Saviano proverà a rendere comprensibili ai tedeschi una serie di dinamiche politiche, sociali e culturali di un paese, che, nonostante tutto, viene ancora stimato, ma che resta politicamente incomprensibile all’estero. Il direttore della Zeit è tra l’altro un italo-tedesco, popolarissimo in Germania e grande estimatore di Saviano, tanto da affermare in un talkshow televisivo che l’Italia dovrebbe vergognarsi che uno scrittore sia costretto ad andare in giro con una scorta.
Il primo articolo è uscito giovedì scorso e non è più solo Silvio Berlusconi l’oggetto dell’analisi, ma l’intero paese. Perché non è solo la questione dei numerosi scandali sessuali del Presidente del Consiglio, ma è soprattutto la forza seduzione che ha su gran parte degli italiani che si riconoscono nel suo stile di vita e nelle sue contraddizioni e nella sua immoralità. In qualsiasi altro paese dell’Occidente, anche solo una minima parte dei reati di cui è accusato, avrebbero portato alle immediate dimissioni in attesa di un giudizio. In Italia questo non è, mai, avvenuto. Come sottolinea del resto Roberto Saviano, Berlusconi non è, però, stato l’unico. Anche altri esponenti, tra l’altro anche del centro-sinistra, sono stati accusati di condurre uno stile di vita immorale. La differenza, però, sta però nel fatto che – aggiungiamo noi – si sono dimessi. La figura di Berlusconi sembra essere dunque al di sopra di qualsiasi possibilità di condanna morale e penale. Roberto Saviano spiega, poi, che il successo di Silvio Berlusconi è da imputare anche ad una sinistra italiana che negli ultimi quindici anni non è mai riuscita ad interpretare le esigenze dell’elettorato e che non ha mai parlato alla pancia degli italiani, come, al contrario, ha fatto il leader del centro-destra. Berlusconi, inoltre, incarna il prototipo dell’italiano di successo. Un imprenditore miliardario che, nonostante l’età ed i noti problemi di salute, riesce a “godersi”la vita. Berlusconi rappresenta il sogno dell’italiano medio, il sogno di ricchezza e di sesso. Tra l’altro, come ricorda lo scrittore campano, il problema di Berlusconi è che molte delle donne del suo “harem”sono diventate ministre, parlamentari e consiglieri regionali. Ma Roberto Saviano va anche oltre e descrive molto bene il degrado morale di gran parte della popolazione che resta convinta che l’onestà, in un paese come l’Italia, non paghi mai. La strada del successo è quella dell’egoismo, della disonestà e della fedeltà al padrone di turno. Il rispetto del diritto e della legge sono spesso percepiti come qualcosa di negativo. In alcune parti d’Italia, rispettare le leggi ed il diritto è un inutile sacrificio. L’Italia descritta da Saviano non è bella, tutt’altro. E forse ne esce un quadro un po’ troppo fosco, ma ciò che più inquieta è la citazione finale da La pelle di Curzio Malaparte: quando viaggio a Berlino, Parigi, Madrid o Londra, ritrovo sempre Napoli. Per Saviano, da una parte c’è la speranza in un paese migliore, dall’altra la tragedia italiana non è dramma solo italiano, non è una simpatica e ridicola eccezione.
Pubblicato su Liberal, 5 febbraio 2011
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