Posted on mag 9, 2013
Abbiamo imparato che amiamo l’Italia
Ora dobbiamo imparare a crederci.
Nell’Italia, e in noi stessi.
Teatro Nuovo di Verona, 9 maggio ore 21.00
Presentazione multimediale del libro di Aldo Cazzullo, giornalista del Corriere della Sera.
Lettura e commento a cura dell’autore.
Letture di Paolo Valerio e Michele Ghionna.
Immagini di repertorio e montaggio video a cura di Roberto Guglielmi.
Ingresso libero fino ad esaurimento posti
«L’Italia oggi è spaventata, di cattivo umore, impaurita dal futuro. Invece sono convinto che l’Italia abbia davanti a sé una grande occasione di ripresa e di sviluppo. Una chance di rinascita, una nuova stagione.» È possibile uscire da un viaggio nell’Italia della grande crisi più ottimisti di prima. Perché c’è un paese che alla crisi resiste, e che riparte. Perché il mondo globale, che consideriamo una sciagura, è una grande opportunità per un paese come il nostro, capitale della bellezza e dell’arte, del design e della creatività. Perché il mondo di domani – non solo l’America ma anche la Cina, l’India, il Brasile – è pieno di consumatori che vorrebbero comprare i nostri prodotti, vestirsi come noi, vivere come noi. Perché abbiamo ricchezze che nessun ladro potrà mai rubare, bellezze che nessun falsario potrà mai imitare, saperi che nessuna impresa potrà mai delocalizzare. Non è vero che i figli staranno peggio dei padri: il futuro dipende da noi, e può essere migliore del presente. La celebrazione dei 150 anni dell’unità è stata un successo: noi italiani abbiamo capito di amare l’Italia. C’è una cosa che ancora ci manca: la fiducia in noi stessi. Invece dobbiamo ricordarci che il nostro non è un paese qualsiasi. Essere consapevoli di chi siamo, e di quel che possiamo fare. Per aiutarci a capire chi siamo, Aldo Cazzullo racconta quindici città. Da Torino, che ha cambiato umore e non ha più pudore dei propri sentimenti, a Bari, dove nascono i nuovi miti della letteratura e dello spettacolo: Carofiglio, Caparezza, Checco Zalone. Milano, «la nostra New York», e Roma, «l’indistruttibile ». Napoli, «inorgoglita», e Venezia, morta come città e risorta come splendida vetrina. Verona, «la complessata», e Trieste, tornata al centro dell’Europa. Genova, «mai stata così bella», e Firenze, «la vera capitale». L’Italia s’è ridesta non è un libro consolatorio. Ha anzi pagine urticanti. Denuncia scandali, critica cattive abitudini, ritrae personaggi negativi. Si addentra nelle piccole capitali in crisi, da Parma a Siena. Avverte che Palermo rischia di esplodere e Bologna di impoverirsi. Ma ovunque scopre storie di successo, trova motivi di speranza, vede i segni di un grande potenziale di sviluppo. A cominciare dalla lezione di dignità e riscatto che viene dall’Emilia e dall’Aquila colpite dal terremoto. Il viaggio porta anche nella provincia profonda, al Nord e al Sud. Mette in pratica un’idea del giornalismo distante dal narcisismo e dall’opinionismo, basata sull’inchiesta e sul dialogo con le persone, in sintonia con la prefazione di Ferruccio de Bortoli. E si conclude con il catalogo delle cose da fare, iniziando dalla più importante: ricominciare a credere in noi stessi e nel nostro paese.