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L’Italia s’e’ rotta – Steno

Creato il 05 febbraio 2013 da Maxscorda @MaxScorda

5 febbraio 2013 Lascia un commento

L'Italia s'e' rotta
Piu’ che il ’68 fu la crisi dei primi anni ’70 a svegliare gli italiani, strappando loro il sogno di un eterno "boom" che si pensava senza fine.
Caos nelle citta’, crisi economica e politica, le certezze e le speranze frantumate sotto il peso di licenziamenti e chiusure aziendali laddove anche il nord ricco e lavoratore non offriva piu’ alcuna certezza soprattutto a quei figli del sud che emigravano a Torino o Milano sperando di trovare chissa’ quale nuova America.
E’ in questo contesto che due siciliani, male accasati tra sfortuna e voglia di far poco, fuggiranno dalla Torino oramai a corto di promesse ed insieme ad una ragazzotta veneta non proprio un fiore di virtu’, torneranno al sud per cercare fortuna.
Nel viaggio che abbraccia tutt’Italia, andranno incontro ad ogni tipo di disavventura e a personaggi piu’ vicini ad una strana fauna piuttosto che alla comune umanita’, rappresentanti di una societa’ che di civile ha solo il nome.
Steno e’ spompato cercando di mescolare commedia all’italiana e denuncia sociale, inutile ripetersi di un esperimento da altri tentato, la Wertmuller su tutti, con ben altri esiti.
Diverte a tratti, Teocoli di suo e’ gia’ una strana scelta dal momento in cui non si capisce bene perche’ debba essere un milanese conclamato, ad interpretare un siculo, torinese di adozione. 
A maggior ragione pare inefficace causa Mario Scarpetta, un partner inadatto e dall’insufficiente vis comica ma infine, e’ il testo che manca il vero problema.
Sempre bella la Di Lazzaro ma non ci sta a dire altro, forse anch’essa frutto di un casting selezionato per motivi non propriamente artistici.
Finale retorico e sprecato nel denunciare una situazione malata usando i soliti cliche’ del "magna magna", certo una concausa che ieri come oggi e’ fonte di problemi ma che non si discosta di un millimetro dalla chiacchera da bar, quando invece un’invettiva forte, avrebbe potuto restare nella memoria,
Dimenticato inoltre, come l’intera pellicola. un Jannacci sottotono e a tratti fastidioso, grandi attori come Lionello o Montesano in inutili cameo e s’e’ detto tutto. Si puo’ evitare e andare oltre.

Scheda IMDB


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