Tre notizie sconcertanti in un solo giorno che dimostrano l’inadeguatezza della giustizia italiana, specie per la tutela dai reati contro i diritti delle donne. La prima è la vicenda giudiziaria che riguarda la scarcerazione di un uomo che ha massacrato la sua ex-moglie con un mattarello. Prima del femminicidio, la donna aveva denunciato più volte l’uomo per stalking ma mai aiutata dalle forze dell’ordine che ora si trovano sorprese perchè l’uomo è libero, anzichè assumersi le colpe per avegli concesso di ucciderla.
Ora l’uomo, dopo solo un anno di galera, si trova agli arresti domiciliari come se il delitto consumato non fosse abbastanza attroce. In genere ai domiciliari ci finisce chi compie reati minori e tra lo sconcerto generale scopriamo che in Italia non è così, infatti una donna rom, madre di un bambino, attende il processo di primo grado in carcere da circa dieci giorni per aver commesso un furto.
Detenuta nel carcere di Castrovillari con un bambino appena nato è l’esempio di come il nostro paese non tutela donne e bambini specie se immigrati. Se noi collegassimo il primo caso al secondo potremmo dedurre che il nostro Paese non mostra alcun rispetto per i diritti delle donne.
Come è possibile che un furto sia più grave di un omicidio? Come è possibile trattenere in prigione un bambino di pochi mesi e una donna rom che sicuramente ha rubato per sfamarlo?
Questo è possibile in Italia. Il paradossale è che nemmeno lo stupro viene considerato reato dove è necessario il carcere come stabilì una sentenza della Cassazione che ha concesso a gran parte degli stupratori la possibilità di starsene ai domiciliari e scontare pene minime. Tra i tanti stupratori poi c’è il caso di un Carabiniere che nel 2011 abusò di una ragazza arrestata per furto assieme ad altri militari e oggi scopriamo che è stato reintegrato per prestare servizio in caserma! (ricordiamo un caso simile: il militare Federico Tuccia reintegrato subito dopo lo stupro feroce di una studentessa quasi morta dissanguata, chiamato a prestare servizio per la sicurezza nelle strade!-paradosso-Ora di trova agli arresti domiciliari poiché il tribunale non ha reputato opportuno il carcere!).
Il Carabiniere è stato reintegrato dal Tar Veneto per un cavillo giudiziario e ciò è grave non solo perchè uno stupratore è libero ma sopratutto perché uno che dovrebbe garantire giustizia e tutela ai cittadini come lo Stato più volte ha ripetuto dando priorità alla difesa delle donne e alla sicurezza sulle strade, lascia che uno stupratore resti in servizio. Tutto ciò è paradossale considerando che le donne che hanno subito uno stupro o un’altra qualsiasi forma di violenza potrebbero mettersi nelle mani sbagliate.
Non avete pensato alle donne violentate che trovano coraggio di denunciare? con che coraggio ora potranno denunciare sapendo che lo Stato tiene in carica stupratori? inoltre non è nemmeno eticamente giusto e rispettoso nei confronti delle donne stuprate che vanno a denunciare e nei confronti della vittima essere assistiti da un violentatore. Dove sono la tutela e il rispetto delle donne di cui lo Stato si riempie la bocca quando riempiono le strade di questi militari per tutelare le donne dalla violenza importata?
Se il rispetto per le donne consiste solo nel tutelare le donne solo da un gruppo sociale, nel strumentalizzare le donne solo per alimentare il razzismo, questo non è rispetto ma machismo puro.
Si parla spesso di sicurezza ma questa non è nemmeno presente nelle stazioni di polizia, questo mette in pericolo le donne, poichè noi crediamo che potrebbe perfino reiterare il reato. E inoltre che consiglio potrà dare mai uno stupratore ad una donna che là si rivolge a denunciare una violenza domestica o uno stupro? che consiglio può dare un uomo così necessariamente maschilista, di un maschilismo tale che per lui la donna è un buco da riempire e quindi da violentare? Possiamo immaginarci come consiglierà di ritirare le denuncia perchè “ha provocato o era consenziente“ sue parole contro la vittima quando si difese contro le accuse di stupro.
Dopo queste cattive notizie possiamo continuare a credere che l’Italia tutela i diritti delle donne, facendo finta di nulla?