Emilia Romagna, da sempre la regione nella quale la partecipazione al voto è risultata altissima, non occorre tornare troppi anni addietro per vedere percentuali di affluenza alle urne superiori al 90%,ed ora?
Ed ora la rassegnazione, il fallimento di chi ha governato al momento non fa confluire voti verso l’opposizione; perché? Dopotutto, non si vuole un cambiamento? Oppure fa ancora paura?
Certo un certo numero di voti verso il Pd arriva sempre, è lo zoccolo “durissimo” quelli che comunque hanno interessi convergenti con il “sistema” che governa da sempre la regione, ma la protesta, convogliata principalmente nell’astensionismo questa volta si è fatta sentire.
Insomma il messaggio uscito da questa consultazione elettorale io non lo trovo molto diverso da quello che ha caratterizzato le elezioni europee dello scorso maggio.
Cresce la sfiduci e aumenta la paura degli italiani per un futuro che definire “incerto” è un eufemismo.
La differenza fra questa tornata elettorale, seppur parziale, rispetto alle recenti elezioni continentali è questa: nelle elezioni europee la paura degli italiani ha fatto convogliare i voti sul governo (una specie di invocazione: proteggici tu, se puoi), da queste elezioni invece esce lo sconforto (questo governo non sa, o comunque non può proteggerci) ed allora cosa andiamo a votare a fare?
Quelli che hanno “interessi” personali, uno stipendio pubblico da difendere, sono andati ancora a votare, per il resto una scontata affermazione della Lega che ha divorato i voti di un Centrodestra allo sbando.
Lo so, non sto dipingendo un quadro confortante, anzi! Ma ciò che mi pare di vedere da osservatore è questo. Gli inviti all’ottimismo del nostro Premier ormai non funzionano più, anche “Il Bomba” (soprannome dato a Renzi dai suoi compagni di scuola per la sua innata propensione a spararle grosse), non riesce più a risollevare il morale di un Paese sfiduciato, di un popolo impaurito.
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro