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L'italia...eppur non si muove...

Creato il 07 dicembre 2010 da Alessandro @AleTrasforini
Laddove il vecchio anno finisce, il nuovo anno si porta dietro scorie devastanti capace di minare ancora di più quella che chiamare oggi instabilità italiana è un eufemismo.
Poco o niente è stato fatto in questo tempo per provare a risolvere problemi che, in un futuro più che vicino, diventeranno pericolose realtà. I sondaggi parlano fin troppo chiaro, nell'illustrare le percezioni degli italiani, in questa tremenda calma apparente.
Parlano, ancora più chiaro, i rapporti Censis di questi ultimi giorni; pagine su pagine fatte di altrettanti numeri su numeri, capaci di restituirci un resoconto, senza colpo ferire, assolutamente desolante.
Il 91% delle famiglie monoreddito in Italia sono a rischio povertà, mentre il 59% degli intervistati dichiara che le politiche di lotta alla povertà intraprese (davvero o per scherzo?) non hanno alcun impatto nell'agevolare la vita quotidiana.
Il 40% degli italiani intervistati dichiara di non avere più risparmi da investire, mentre chi possiede ancora qualche cosa di consistente preferisce buttarsi sul mattone. I beni immobili rappresentano, in questo momento, la prima scelta di tutti coloro che vogliono far fruttare un qualcosa messo da parte.
Facendo riferimento alla questione giovanile, si mostrano altre lacrime.
Esulando dal contesto e dalle giuste proteste intraprese nel mondo della scuola e delle università, purtroppo, la questione non migliora affatto. Nel solo 2009 sono andati persi 485mila posti di lavoro nella fascia d'età under35, mentre i primi due trimestri del 2010 ne hanno recisi altri 400mila.
Facendo un semplice conto, in neppure due anni un milione di posti di lavoro per i giovani è andato completamente bruciato. Le colpe sono attribuibili, da più parti, all'inefficienza di qualsivoglia sistema di controllo, oltrechè all'impossibilità dilagante di arginare e far fronte al turbinio dei fenomeni di quella che si può gentilmente etichettare come eccessiva flessibilità.
Tra quei giovani che vanno cercando lavoro, il 37% possiede appena la licenza media. La maggioranza mantiene comunque un diploma od un attestato di qualifica professionale, a fronte di un 13,8% che può esibire una laurea.
Oltre alla flessibilità eccessiva, che rende già di per sè impossibile la costruzione di un futuro, abbiamo un 16,3% di giovani che non cercano assolutamente nulla: nè lavoro e neppure studio, persi in un vuoto pneumatico ed assoluto.
Un esercito dalle dimensioni imponenti, questo NEEF (not in employment, education or formation, nds).
Resi sfiduciati dal clima e dall'aria di insofferenza capace di affogare qualsiasi indignazione possibile, si preferisce trincerarsi dietro una calma apparente ma in realtà devastante.
Spesa media delle famiglie in calo, tracollo decisivo di tutte quelle componenti che dovrebbero garantire la giusta indipendenza economica delle famiglie.
In aggiunta a questi danni, anche una serie infinita di beffe riguardo rincari ed aumenti di tasse.
Le cosiddette tassazioni occulte arriveranno a toccare una quota prossima ai 2300 Euro, per una famiglia di sole tre persone.
Sullo sfondo, invece, un'evasione quantificabile in 100 miliardi di Euro l'anno. Cifre prossime ad un 17% del PIL, in netta ripresa rispetto alle stime passate, nonostante i troppi scudi intrapresi per il rientro di risorse "utili" alla causa.
Al di là di tutto l'altro possibile, di chi sono le colpe per tutto questo oggettivo ed obiettivo sfacelo?
Il richiamo alla politica ed alle autorità politiche è, senza ombra di dubbio, spontaneo.
Qualificando la politica a pieno regime come arte di amministrare la cosa pubblica, emergono spontaneamente prese di consapevolezza e responsabilità più che mai necessarie, quantomeno ai bassi livelli.
Ciò che si dovrebbe fare, per fortuna o purtroppo, è muoversi per migliorare il pianto osceno che affligge il Paese.
Come districarsi tra decisioni politiche salvando il futuro dei giovani e di un Paese intero? 
Citando Nelson Mandela arrivano suggerimenti utili su questa orrenda situazione:
"[...] Solo i politici da tavolino sono immuni dal commettere sbagli. Gli errori sono insiti nell'azione politica.
Quelli che si trovano al centro della lotta politica, che devono risolvere problemi pratici ed urgenti, hanno poco tempo per riflettere e nessun precedente a guidarli, e sono destinati a sbagliare innumerevoli volte.
Ma a tempo debito, e purchè siano flessibili e disposti ad esaminare il proprio lavoro in maniera critica, acquisiranno l'esperienza e la lungimiranza necessarie ad evitare le solite insidie ed a scegliere la propria strada in mezzo all'agitazione degli eventi. [...]"
Nel mentre il nulla regna, l'italiana devastazione prosegue.
L'ITALIA...EPPUR NON SI MUOVE...

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