L’MMT: Modern Money Theory: la salvezza dell’Italia dalla recessione?

Creato il 13 marzo 2013 da Senryu @DenisGobbi

Articolo a cura di Gobbi Denis

La MMT (acronimo per “Modern Money Theory”), una teoria economica che può salvare l’Italia dalla lunga spirale della cessione di sovranità e di ricchezza, iniziata imboccando un’oscura strada oltre trent’anni fa e peggiorata drammaticamente con l’introduzione della moneta unica della BCE (Banca Centrale Europea).

Sostenitori e principali intenti

La MMT è una scuola economica che tenta di descrivere in maniera semplice il funzionamento dei sistemi monetari a corso legale, comparsi dopo l’abolizione del sistema aureo ad opera del presidente americano Nixon nel 1971.

Il padre fondatore è Warren Mosler, un economista rinomato a livello internazionale esperto nel funzionamento dei sistemi finanziari e monetari. Ha scritto due opere molto importanti dove ne descrive il funzionamento, condanna diverse politiche a riguardo e mette a nudo le giornaliere menzogne che a suo dire vengono propagandate dai media in merito a tali meccanismi:  ”Soft Currency” e “Le sette innocenti frodi capitali della politica economica“.

Oltre a Mosler, fanno parte di questa corrente di pensiero anche altri economisti tra cui alcuni suoi collaboratori o allievi come Randall Wray e Mathew Forstater.

Questi economisti appena citati, nel corso del 2012 hanno redatto un piano per la salvezza economica dell’Italia, dove viene illustrata punto per punto  tutto ciò che un governo sovrano dotato di sovranità monetaria (ciò che l’Italia in questo momento non ha, e che solo una forza politica al momento fa accenni alla sua reintroduzione) deve mettere in pratica per raggiungere il modello di società che la MMT teorizza: una società dove è possibile raggiungere la piena occupazione, il pieno benessere e la piena produzione mantenendo al contempo la stabilità dei prezzi. Questi concetti vengono totalmente negati però dall’oggi predominante (specialmente tra politici e media) pensiero economico classico neoliberista. Un pensiero dimostratosi storicamente fallimentare, sorretto da costrutti errati come la “Curva di Phillips“.

Le fondamenta della teoria

John Friedrick Knapp

L’MMT non nasce dal nulla, ma ha alle spalle un retroscena economico che ne ha costituito l’incubatrice con più di 100 anni di esperienza grazie ad alcuni tra i più grandi esperti dell’economia di tutti i tempi come Georg Friedrich Knapp, vissuto nel 19° secolo e padre della scuola economica del Cartalismo. Egli ebbe un’intuizione molto importante, tra le pietre fondanti dell’MMT:

Il costo sostenuto da uno stato sovrano che batte una propria moneta è praticamente nullo

John Maynard Keynes

Anche l’economista più importante del 20° secolo, John Maynard Keynes da un grande contributo, opponendosi per primo al modello classico neoliberista dichiarando:

Qualsiasi forma di risparmio costituisce una risorsa finanziaria reale sottratta alla domanda aggregata (NDR ovvero all’economia) che crea lavoro e quindi occupazione

Abba P. Lerner

Altro economista che aggiunge un tassello per la nascita della MMT è Abba Lerner, padre della “Finanza Funzionale“.  Questa introduce un concetto fondamentale qui sintetizzato:

Laddove si verifica una crisi economica, è compito dello Stato spendere a deficit e immettere ricchezza finanziaria al netto all’interno del settore privato (NDR cittadini & aziende) per rilanciare l’economia

Infatti anche se tale pratica aumenta il debito pubblico, tale effetto collaterale in uno stato a moneta sovrana non costituisce un problema. Concetto confermato pubblicamente anche da Charles Goodhart, membro della commissione politica ed economica della Banca d’Inghilterra che afferma esplicitamente: <<Il debito pubblico non è un problema, e non deve mai esserlo in uno stato con sovranità monetaria>>.

N.B. Per comprendere i seguenti passi è necessario conoscere un concetto fondamentale, ovvero la distinzione tra beni reali con valore intrinseco e beni finanziari, entrambi posseduti dallo Stato.

Il cuore della MMT: I Bilanci Settoriali

Wynne Godley

Il cuore della teoria è costituito dai “Bilanci Settoriali” di Wynne Godley. I settori in uno Stato sono essenzialmente tre: il settore governativo (G) comprendente gli enti del ministero del tesoro, l’amministrazione statale e la banca centrale competente nel creare il denaro; il settore non governativo (NG) consistente nei cittadini e imprese private; infine il settore estero (E) ovvero tutta l’economia esistente al di fuori dello Stato.

I bilanci settoriali hanno tre regole sempre vere:

  • BILANCIO SETTORE PRIVATO + BILANCIO SETTORE PUBBLICO + BILANCIO SETTORE ESTERO = 0
  • IL DEBITO DI UN SETTORE = LA RICCHEZZA (SURPLUS) DI UN ALTRO SETTORE
  • SOLO DUE SETTORI POSSONO ESSERE IN DEFICIT O IN SURPLUS

Grazie a questi possiamo ora passare in esame le varie politiche di bilancio che uno Stato può decidere di adottare.

Politiche di bilancio statale a confronto
DEFICIT DI BILANCIO

Deficit di bilancio

In questa rappresentazione grafica, notiamo come l’immissione di denaro nel settore non governativo (NG) da parte del governo (G) sia maggiore di quello che lo stesso governo preleva tramite le imposte. Grazie a questa operazione il settore NG cresce producendo più beni reali, aumentando l’occupazione e il benessere tutto grazie al surplus di bilancio che lo Stato gli ha consentito di ottenere. Ovviamente lo Stato al contrario registra un deficit (il cosiddetto “debito pubblico”) che però non rappresenta un problema essendo un debito che lo Stato deve solamente a se stesso (una sorta di “finto debito”).

PAREGGIO DI BILANCIO

Pareggio di bilancio

Messo recentemente in Costituzione, questa politica di bilancio risulta evidente per quanto riguarda gli effetti che produce nel settore NG, rendendolo stagnante e addirittura in contrazione se altri parametri come la bilancia dei pagamenti nell’import/export con l’estero (E) risulta in negativo. Lo Stato preleva tramite le imposte lo stesso importo precedentemente immesso. Questa politica definita “virtuosa” viene continuamente osannata dai media nonché dagli economisti/politici che perseguono la vecchia scuola classica neoliberista, la quale sostiene che lo Stato deve essere come una famiglia, cercando di risparmiare creando nel migliore dei casi un surplus di bilancio. Quest’ultima la esamineremo ora.

SURPLUS DI BILANCIO

Surplus di bilancio

In quest’ultima politica economica possibile, lo Stato tramite le imposte drena più risorse finanziarie di quelle che immette. Il risultato è presto intuito: una violenta contrazione dell’economia nel settore NG (che ricordo, rappresenta cittadini & imprese), non esiste una politica di bilancio peggiore di questa. Eppure, stando a quanto ci dicono i media e il governo Monti sostenuto dai principali partiti politici PD e PDL, è la più virtuosa possibile, poco importa che abbia effetti catastrofici sull’economia reale. Proprio così: attualmente l’attuale politica economica italiana è incentrata sul raggiungere il surplus di bilancio, costretti a causa di accordi già sottoscritti come il “Fiscal Compact” che impone tra le altre cose al governo di portare il debito pubblico statale dall’attuale 120% al di sotto della soglia del 60%, accordo che secondo non meno di cinque illustri premi Nobel tra cui Paul Krugman porterà alla dissoluzione dello stato sociale.

Non è tutto

La MMT ovviamente è molto più di ciò che è stato esposto in questo articolo, una estrema sintesi che tralascia la storia economica dell’Italia e numerosi dettagli di questa teoria economica, che per fare un esempio prevede che la spesa a deficit dello Stato sia indirizzata specialmente nel settore dei servizi e dei lavori ambientali volti a migliorare la produttività e la naturale capacità rigenerativa delle risorse da parte del territorio, concetto ribadito più volte da Mathew Forstater. Manca oltretutto un analisi del settore estero, ma i motivi per cui la politica del super-export perseguita da molti paesi tra cui la Germania non è la strada consigliabile, e spiegata chiaramente in articoli come questo.

La mia personale opinione

Non considero la MMT una soluzione perfetta e definitiva, ma decisamente un passo in avanti rispetto al sistema monetario che ha avuto una “crisi d’identità” terribile dalle conseguenze disastrose dopo l’abolizione del “Gold Standard”.  La considero un’evoluzione che ci permetterebbe di entrare nell’era del “capitalismo distribuito” e alla completa fioritura della “Terza Rivoluzione Industriale” dandoci la possibilità di avere un futuro e di evolvere ulteriormente in sistemi socio-economici come l’RBE (Resource Based Economy – Economia basata sulle risorse). Finché non verranno messi in pratica e provati, non saremo mai certi sul funzionamento di tali sistemi. Ciò che è certo è l’assoluta inadeguatezza e il fallimento di quello odierni, auspico perciò che un tale cambiamento avvenga al più presto, per il bene di tutti.

Risorse utili:
  • Presentazione Power Point sulla MMT con dati e grafici dell’economia degli stati UE, oltre a diverse slide riguardanti i motivi politici della creazione della moneta unica e la scomoda posizione in cui si trovano gli Stati aderenti senza più sovranità monetaria
  • Sito ufficiale della ME-MMT in italiano
  • Risorse varie: Soci privati banche centrali, Economia


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