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La sanità non è roba da poveri

Creato il 03 ottobre 2013 da Tabulerase

bigpharmaChiediamo scusa per i 133 decessi avvenuti”.

Questa stupefacente dichiarazione  non è di un generale dell’aviazione a stelle e strisce in Iraq o di qualche pericoloso serial killer di fronte alla giuria, ma del portavoce della Pfizer, Paul Fitzhenry, mentre il presidente della stessa multinazionale del farmaco, Jeffrey Kindler, si affrettava a  dichiarare di avere ordinato il ritiro dei farmaci incriminati “per salvaguardare i pazienti”. Era il 2006 quando i due farmaci anti-colesterolo prodotti e commercializzati dalla Pfizer, il Torcetrapib ed il Lipitor, provocarono rispettivamente 82 e 51 decessi, almeno quelli accertati, per inciso la società aveva investito 800 milioni di dollari nello sviluppo del Torcetrapib con l’obbiettivo di ricavarne 12 miliardi dollari….

Un caso isolato di malasanità? Per niente, a quanto pare il colesterolo uccide più se curato che se lasciato agire indisturbato, è sempre un farmaco destinato a mitigarne gli effetti, il Lipobay della tedesca Bayer a provocare, nel 2001, altri 52 morti, ovviamente parliamo sempre di quelli accertati. Semplicemente disarmanti le dichiarazione dell’allora presidente Manfred Schneider di essere sempre stato a conoscenza del possibile pericolo provocato dall’uso del farmaco già dal 1997.

Non di solo anti-colesterolo vivono le grandi aziende farmaceutiche, nel 2004 tocca all’antinfiammatorio Vioxx, prodotto dalla Merck Sharp and Dohme ad essere ritirato in 80 paesi per i nefasti “effetti collaterali” causati nei pazienti, che nello strabiliante numero di 160.000 pare siano passati dalle corsi ospedaliere all’obitorio con la stessa velocità dell’aumento dei profitti di Big Pharma.

Furono solo 3 i casi (sempre di quelli accertati parliamo) che portarono al ritiro del Tysabri della B iogen & Elan nel 2005, poi riammesso alla commercializzazione  con parecchi distinguo.

E’ storia italiana dello scorso anno il ritiro dei 3 milioni di vaccini anti-influenzali prodotti dalla Novartis, per anomalie di cui la ditta era a conoscenza, ma che non le aveva impedito di procedere egualmente alla vendita, il dio denaro è sempre in primo piano vero?

E di settembre corrente anno il blocco delle vendite dell’Ozopulmin, un farmaco per neonati della Geymonat, per etichette non corrispondenti alla realtà del prodotto, solo una svista di stampa? Un errore ripetuto a quanto pare visto che l’AIFA  ha inibito la vendita anche di Alvenex, Gastrogel, Sucrate, Intrafer, Testo Enant, Nabuser, Citogel, Ecomì e Venosmine.

Un caso particolare in un panorama dalle fosche tinte è quello creatosi in Grecia, dove la trilaterale che governa l’Europa ha fatto sì che si imponessero i farmaci generici, ma alcuni dettagli che non sono di poco conto, come evidenziato da Monia Benini nei suoi studi sulla crisi ellenica, non solo i generici sono stati codificati con un grado di equivalenza non ambivalente ai prodotti marchiati, ma la gara è stata vinta sempre da una multinazionale. In questo caso si tratta della israeliana Teva Pharmaceuticals, già  sospesa in Italia e Francia ed al centro dei rilievi della statunitense FDA per carenze strutturali nella produzione arrivando a costringere la Teva a chiudere un intero stabilimento  in Missouri.

In compenso aziende farmaceutiche come Nova Nordisk e Roche Hellas hanno rifiutato di fornire i loro medicinali, parliamo di malattie come diabete e tumorali, se non fossero state pagate in contanti, cosa che nel pieno della crisi greca non è esattamente scontato. Come sempre i ricchi vivono e i più deboli cedono la vita sull’altare di parole come Patto di Stabilità e Fiscal Compact, gli antichi si portavano nell’Ade i ricordi della vita passata sulla Terra, adesso ci si porta la benedizione della BCE.

Pur in calo, la spesa sanitaria italiana nel 2012 si è attestata a 20 miliardi di euro, una mole di denaro che non può non fare gola a molti, considerando soprattutto che l’Italia è il sesto mercato al mondo per la spesa farmaceutica e che dal 2005 al 2012 è aumentata del 33%.

Una delle tante leggine propinateci dal governo Monti come salvaitalia, dispone da settembre 2012 che i nuovi farmaci già autorizzati nella UE, possono essere venduti in Italia senza passare dai controlli  dell’AIFA, purché posti in fascia C, quindi a pagamento totale. In pratica si consente ai ricchi di usufruire degli ultimi ritrovati in campo sanitario, lasciando ai cittadini meno abbienti quelli un pochino più “datati”, una strana visione made in Goldman Sachs insomma.

Nella lista delle 500 società mondiali più redditizie figurano in posizione apicale le 10 di Big Pharma, i loro profitti superano i 40 miliardi di dollari, una cifra superiore a quella messa assieme dalle rimanenti 490.

Queste 10 aziende spendono ogni anno 11 miliardi di dollari per promuovere i loro prodotti con un investimento fra gli 8.000 e i 13.000 per ogni medico nel mondo.

 Ricordiamo che in un famoso spettacolo di Beppe Grillo, quando ancora faceva solo il comico, una delle battute più apprezzate era quando leggeva il bugiardino del notissimo Moment, che riporta testualmente  chel’Ibuprofene fra gli effetti indesiderati come lo stesso possa provocare “effetti fatali”, insomma ti fa passare il mal di testa, ma può farti morire, ne vale la pena?


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