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L’occasione fa l’uomo…ragno.

Creato il 09 luglio 2013 da Pinocchio Non C'è Più

ImmaginePuo’ una giornata di merda trasformarsi in una stratosferica giornata di merda?

Ho iniziato questo post con una domanda retorica stile “I sepolcri” del buon vecchio Ugo Foscolo. Anche se, devo ammetterlo, quando sono a corto di idee ho sempre la fortuna di avere il mio fido Cupido alternativo, anzichè lanciare frecce dell’amore, lancia dardi di sterco, che corre in mio soccorso creando spunti per nuovi e scellerati articoli.

Il tutto inizia intorno alle 14:30 di un assolato pomeriggio di Luglio, riemergo dalla pennichella pomeridiana e felice come un fagiano all’apertura della caccia, mi metto alla guida, con il volante che si sta per squagliare, aria condizionata a palla e Radio Subasio abbestia.

Tutto sembra procedere secondo i piani, a parte il forte odore di pollo strinato dovuto all’improvviso incendiarsi dell’Arbre Magique al gusto cane bagnato, finchè dopo aver imboccato la quattro corsie direzione sud un rumore sinistro si manifesta dentro la ruota anteriore sinistra. Alla piazzola, possibilmente libera, mi fermo e controllo. Ok ad una prima occhiata niente di che, avrò beccato il fagiano sfuggito al bracconiere. Invece no, riparto e realizzo che il pennuto gallinaceo aveva salvato le piume, in compenso io avevo beccato un ferro con conseguente squarcio sulla gomma. Così, ad una prima riflessione, avrei preferito il contrario.

Ok, con molta calma, apro il mio breviario e inizio a leggere con certosina precisione tutte le espressioni da scaricatore di porto livornese che mi sono appuntato in anni di onorata carriera, giusto per essere sicuro di non tralasciarne nessuna. Una volta espletata questa fondamentale pratica di autocontrollo, Mi guardo intorno per cercare una soluzione. (e possibilmente un aiuto)

Ora, io non so se vi è mai capitato di dovervi fermare in superstrada (da noi si chiama ” Variante”), ma non in una superstrada qualsiasi, ma nel tratto San Vincenzo – Follonica, in piena provincia labronica. La scena pressappoco è questa: passa il camionista, ti razza facendoti barba e capelli, ti saluta con la mano e se ne va, passa una pattuglia dei carabinieri, rallenta, quasi si ferma, te mostri patente e libretto, a fiducia, loro fanno un cenno con la testa e accellerano mettendo la sirena, passa il buontempone che ti vede in piedi vicino alla gomma bucata, lui abbassa il finestrino e ti grida “falla tutta !!!”, sta pensando che tu stia pisciando alla ruota, come il cane, passa il secondo camionista che ti chiede “quanto vuoi per fartelo mettere dietro?”, tu rispondi “no guardi, è il pneumatico anteriore quello forato, dietro sono nuovi”, lui addenta il panino con la porchetta e ingrana la marcia, passa l’altruista, si ferma, scende, scuote la testa e dice “eh, brutta roba, il mese scorso è capitato anche a me”, non muove un dito, si fuma una sigaretta, lancia il mozzicone nel campo sottostante e se ne va dispiaciuto. Infine passa lo scemo del villaggio, ti scatta una foto, la condivide su facebook e dopo sette minuti ci sono già altri trentadue scemi di altrettanti villaggi che hanno messo “mi piace”. (questa l’ho scopiazzata, ma non sarò incriminato per questo).

Il mio spirito di osservazione mi fa capire che dovrò cercare di cavarmela da solo.

Svuoto il bagagliaio dai centoquarantacinque cataloghi e ventisette borse, alla ricerca della ruota di scorta, del cric e di qualche altro attrezzo di cui ignorerò l’utilizzo. Tabula rasa. Della ruota neanche l’ombra, cazzo, il concessionario se l’è fregata, lo chiamo incazzatissimo, lui mi fa gentilmente notare che sul mio modello di auto è previsto il…..kit di riparazione e gonfiaggio. Riprendo in mano il breviario dello scaricatore e ripasso gli ultimi due capitoli. Capirai, c’ho messo sette anni per capire come andava montato il cric, figurati quanto ci metto a impiegare la fase di gonfiaggio, che a ripensarci adesso, quasi quasi era meglio se accettavo l’offerta di quel camionista che insisteva per darmi una pompata.

Studio le istruzioni dellìinfame marchingegno. Innesto lo spinotto A nell’accendisigari, il tubo C di plastica alla valvola B della ruota, giro la chiave per dare corrente, sto per accendere, ma vengo preso dal panico, non oso spingere il pulsante M di alimentazione, per sicurezza decido di chiamare “il mi’ babbo”.

Ultimamente quando gli squilla il telefono e vede il mio numero perde tre mesi di vita. Infatti non risponde. Decido di giocare sporco, lo chiamo in modalità “nascondi numero” e per sicurezza decido di fare l’accento svedese (come Fantozzi). Il poveruomo ascolta la mia disavventura, sento che anche lui sfoglia il breviario e recita un paio di strofe (lui ha la versione bignami comprata sulle bancarelle del lungomare). Dopo mezz’ora arriva in mio soccorso e lui a differenza degli altri, si ferma e mi aiuta, confesso che non lo davo per scontato. Controlla, stranamente ho montato tutto bene, mi domanda perchè non ho iniziato a gonfiare, vorrei dirgli che conoscendomi temevo di saltare per aria e nell’eventualità mi sembrava brutto farlo da solo, ma evito e mi rifugio in un “temevo di fare dei danni”. Ovviamente non si gonfia niente, la gomma ha un taglio che sembra fatto da Freddy Krueger. Tocca chiamare l’assistenza stradale, la signorina gentilissima e con accento lombardo mi dice che sta contattando l’officina convenzionata più vicina, devo solo fornirle l’indirizzo esatto. Capirai, sono su una quattro corsie con i campi dalle parti e il mare in lontananza, lei mi chiede il numero civico più vicino, sto per riaprire il breviario ma lei si rassegna e sospirando “va bene, mi dia almeno il nome del comune e la provincia”. Qui si scioglie un po’, inizia a fare public relation, dice che sono cose che capitano e che in fondo abito in una bella zona e che il tempo è bellissimo, e che…e che coglioni, chiama l’assistenza che di solito il tempo sarà anche bellissimo ma qui è tutto nuvolo, ci sono fulmini poco incoraggianti e, anche se non sono il colonnello Giugliacci, prevedo che fra due minuti verranno secchiate d’acqua. (perchè come dice Frankestein Junior “potrebbe andare peggio, potrebbe piovere”) e infatti ha iniziato a piovere.

Nel frattempo si sone fatte le cinque del pomeriggio, vedo in lontananza il carro attrezzi, in quel preciso momento mi squilla il telefono, è il cliente col quale avevo l’appuntamento alle quindici e trenta, incazzatissimo (tanto per cambiare) “oh, ma dove sei?, sei sempre il solito, accidenti a me che continuo a farti gli ordini, come?, hai forato?, dai ganzo, non vedo l’ora di arrivare a casa e leggere il post che scriverai, se non lo fai ordino alla concorrenza” Click. telefonata terminata.

La faccio breve. Sono arrivato all’officina autorizzata, il titolare mi spiega che era “autorizzato” al soccorso stradale ma non a cambiarmi la ruota, con venti euro si lascia corrompere e mi monta un copertone di una Duna del 1987, guidando a trentuno chilometri orari e con il foro anale talmente strinto che non ci sarebbe passato neanche uno spillo, giungo dal mio gommista di fiducia. Diciamo che ormai sono diventato socio dell’officina, dietro la scrivania dell’ufficio c’è la foto di Napolitano e subito sotto ci sono io. Il capo mi spilla qualche foglio da cinquanta euro, mi stringe la mano e mi dice “oh, dai, non rassegnarti, finchè tu sei sulla strada io non navigherò nell’oro, ma diciamo che mi garantisci una certa tranquillità finanziaria”.

Dai, mi sono dilungato un po’ troppo, ma la vicenda era troppo ghiotta per non scrivere niente. E poi si sa…l’occasione fa l’uomo…..

 



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