“l’occhio cinefilo”: recensione film “BIG EYES” di Tim Burton; dal 1 gennaio 2015 al cinema.

Creato il 05 gennaio 2015 da Dan76

“L’occhio cinefilo”: recensione film “BIG EYES” di Tim Burton; dal 1 gennaio 2015 al cinema.

Il nuovo film di Tim Burton, regista visionario e cupo che in questo film non esprime la sua natura dark ma la cosa è assolutamente voluta, è “BIG EYES”, il suo secondo biopic dopo “ED WOOD”; un film che racconta una storia vera e tipicamente umana, la storia di Margaret Keane, una storia che parla del rapporto tra menzogna e verità, film interpretato benissimo da Christoph Waltz che ruba sovente la scena ad una efficacissima Amy Adams; con loro ci sono anche Krysten Ritter, Terence Stamp e Danny Huston. Siamo nel 1958 e Margaret Ullrich è una donna separata con una figlia da mantenere, senza un lavoro stabile ma con un grande talento pittorico e una passione che lei riversa tutta nella pittura la cui tematica prediletta è il ritratto di bambini dai “grandi occhi”; ma Margaret è timida, non sa “vendersi”e non riesce a sfondare, cosa comunque difficile nell’America di quegli anni dove la donna era vista solo come moglie e madre , di certo mai pittrice. Un giorno conosce l’affascinante agente immobiliare con l’hobby anche egli della pittura, Walter Keane che, affascinato da lei e dalla possibilità di fare soldi con la di lei arte pittorica, le chiede di sposarlo. Margaret accetta anche perché l’ex marito le vuole portare via la figlia. Walter è un abile comunicatore e sa bene come “vendere” i quadri della moglie facendo in poco tempo, una decina d’anni, una barca di soldi e facendo vendere i quadri in tutta l’America; ma Walter ha fatto un patto con la moglie: spaccia i quadri di lei per suoi e Margaret accetta di restare nell’ombra del marito pur di guadagnare. L?avidità di Walter prende il sopravvento e Margaret all’improvviso non accetta la situazione sentendosi defraudata della sua vita e del suo talento. Decide così di rivelare tutta la verità con tutte le conseguenze del caso, fino ad arrivare ad un processo in tribunale per i diritti di autore e di immagine. E’ un lungo cammino quello di Margaret che la porta alla consapevolezza di sé, all’emancipazione femminile, tema caldissimo negli anni ?50/’60 in America. Il cammino di Margaret è un cammino verso la verità che lei esprime attraverso lo sguardo enorme degli occhi dei bambini dei suoi ritratti, occhi che diventano sempre più grandi man mano che in lei si fa spazio il suo essere donna e artista. Al centro di “BIG EYES” c’è la difficoltà a esprimere se stessi e a capire il rapporto autentico che c’è tra l’artista e la propria arte, la menzogna che provoca solo una illusione effimera che porta inevitabilmente alla luce la verità dell’anima di Margaret Keane. Nel film la mano di Tim Burton si rivela leggera e si nasconde dietro un film invece con una grande luce e dai grandi colori pastello come lo era l’America di quegli anni, la mano trasgressiva del regista si è trasformata in una mano solare e lucida nel raccontare una storia vera di passione per la vita; un film dove il regista ha giocato a nascondersi per dare spazio ai due bravissimi protagonisti, una storia che lui ha ben espresso con tratti incalzanti e veloci. Un film ispirato e che vive di una grande luce nonostante alla regia vi sia Tim Burton e questa è una esaltazione della sua arte che non sa essere solo di fantasia e di oscurità.

DANIELA MEROLA



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