L’occidente è impazzito. Vogliono processare il Papa al Tribunale dell’Aja!

Creato il 14 settembre 2011 da Iljester

Due notizie apparentemente lontane nel tempo e nello spazio, e persino nei temi. Ma così non è. Sono due notizie fortemente legate fra di loro che suggeriscono una verità ineluttabile: il Mondo occidentale è impazzito; sta crollando su se stesso. Drogato e stordito da una interpretazione distorta e radicale dei princìpi di libertà, fa emergere solo il lato giacobino della propria personalità complessa, che si traspone in una vendetta quasi eclatante e irragionevole nei confronti della cristianità.
Eppure benché un prete pedofilo non renda (affatto) la Chiesa un covo di pedofili, è questo il messaggio che sta emergendo dall’assurdo quanto inconcepibile e inaccettabile ricorso di queste associazioni di famiglie al Tribunale Internazionale dell’Aja dove vorrebbero «incriminare» il Papa per crimini contro l’umanità. Seppure crimini non ve ne sono, e seppure la Chiesa abbia chiesto scusa per quei pochi maledetti che hanno abusato di quei bambini.
Ma incolpare la Chiesa dei peccati del mondo, imputarle feroci e abietti crimini, umiliarla e renderla criminale non è un evento così straordinario di questi tempi. Affiancare il papa a Hitler e ad altri feroci dittatori, pare essere diventato lo sport nazionale di molti nell’occidente: i valori cristiani, la cristianità, la cattolicità sono visti con disprezzo e con odio. Perciò qualsiasi scusa è buona pur di demolire la Chiesa, il messaggio evangelico e la presenza di Cristo nella società occidentale. Basta un prete pedofilo, e il gioco è fatto: la Chiesa è un covo di pedofili. Basta persino una foto taroccata, e il Papa diventa un nazista. Basta insomma parlare di Cristo, e l’Occidente si vergogna, si nega, smarrisce la propria memoria e i propri valori. Diventa idrofobo. Diventa un’ameba tecnologica e consumistica, senza alcun costrutto etico e morale. Una terra arida e desertica: ideale per gli arabi, che nel deserto ci sono nati e ci vivono.
Così, mentre da una parte diamo un definitivo colpo alla cristianità, dall’altra apriamo le braccia e accogliamo l’islamico. Tutto bello: in nome della libertà religiosa, gli permettiamo di costruire persino le moschee di quartiere. Gli permettiamo di portare i suoi bei «valori» di civiltà di cui la cronaca nera nostrana (ormai) ne mostra alcuni significativi esempi, gli diamo persino il venerdì sera libero, perché la domenica non è un giorno di festa. E gli permettiamo di far girare le sue (non la sua) donne in burqa e niqab. Magari un giorno cancelleremo anche il Natale e la Pasqua, perché urtano la sua sensibilità islamica. Mi pare già di sentirli i giudici: sono discriminanti quelle stelle natalizie, quei canti, quegli alberi e quei presepi. Offendono la religione islamica, ma anche quella buddista (ma non quella ebraica: visto che per decenni, se non per secoli, nessuno si è mai posto il problema della discriminazione della religione ebraica; ci ha pensato Hitler a ricordarci che esiste, e nel modo peggiore). E poi, magari, arriverà anche il momento in cui qualche matto legittimerà la sharia, attribuendole valore di diritto. Perché è giusto che sia così. Del resto, se fino a venti anni fa era inconcepibile anche solo una Moschea nel nostro paese, perché non ipotizzare che fra venti anni sarà possibile che qualche bella regoletta islamica – di quelle molto democratiche e rispettose della libertà e della dignità delle persone – entrino a far parte in qualche modo del nostro bagaglio giuridico?
Il vero è che noi siamo come la civiltà romana. Anche se ancora non ce ne rendiamo completamente conto, noi siamo come i romani antichi, i quali a forza di integrare, integrare, integrare, sono stati indeboliti, demoliti, distrutti e cancellati dalla storia dalle orde barbariche. È una verità terribile questa, ma è una verità. Stiamo perdendo la nostra scorza identitaria. Stiamo perdendo la nostra dignità. È questa la verità! Non stiamo affatto trasmettendo i nostri valori e la nostra occidentalità a chi viene nei nostri paesi. La stiamo cancellando per fare un piacere all’immigrato di religione islamica, per dirgli che siamo buoni e bravi e che lui può fare quel che vuole di noi. Ogni giorno che passa, ci stiamo svendendo, svilendo, avvilendo, umiliando e corrompendo. Vuoi processando il Papa, vuoi costruendo moschee, vuoi inventandoci complotti sull’11 settembre, vuoi tollerando burqa e niqab, il nostro destino di civiltà decaduta è irrimediabilmente segnato. Perché non basta un Iphone per renderci occidentali.

Fonte: Il Giornale

di Martino © 2011 Il Jester


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