“Pesa più la penna della spada”, recita un antico motto salentino, forzatamente tradotto nella lingua di Dante. Così la penna di Pinuccio Resta penetra più di una lama a doppio taglio fin nelle midolla del tessuto umano di questo estremo lembo orientale d’Italia, ma corre fluida e leggera.
Scrive come parla l’Architetto galateo, classe 1957, pioniere della comunicazione via web e paladino della sua Terra. Terra che ama e che odia, senza vie di mezzo, un po’ come catullianamente la amava e la odiava il sommo Bodini: “Mio Paese, così sgradito da doverti amare”. L’amore, d’altronde, è questo: passione irruente, delusione frustrante, tenerezza infinita velata dietro un crudo cinismo.

Bella la veste grafica e azzeccatissima la prefazione di Livio Romano, altra gran bella penna di Terra d’Otranto. Edito da Kurumuny, “Scirocchi barocchi. Racconti meridiani di amore e rancore” – questo il titolo del libro – è l’aperitivo agrodolce di quest’estate salentina 2012.