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L’odio esplode a Dallas

Creato il 19 gennaio 2012 da Mcnab75

L’odio esplode a Dallas

L’odio esplode a Dallas
di Roger Corman
USA 1962

Adam Cramer è un giovane e affascinante affiliato a un’associazione razzista che nel sud degli Stati Uniti si batte contro l’integrazione tra bianchi e neri.
In una cittadina nei pressi di Dallas dieci studenti di colore stanno per essere iscritti in una scuola di bianchi. Cramer arriva in paese col palese intendo di focalizzare la rabbia degli abitanti, fino a far scoppiare dei tumulti che mettano in discussione la svolta progressista in atto in tutti gli States.

Anni terribili e interessanti: questi furono i ’50. L’integrazione razziale, i diritti delle minoranze etniche, gli ultimi, violenti colpi di coda dei figli bastardi del Ku Klux Klan. Cose che ora sembrano quasi ovunque scontate o dimenticate allora erano dibattute e protestate da una vasta fetta di popolazione ancora legata alle vecchie tradizioni di schiavismo e al concetto di white nation.
Roger Corman, leggenda del cinema horror, ci regala un film poco conosciuto e ancora attualissimo. Il titolo originale, The Intruder, rende meglio l’idea su cosa rappresenta questa pellicola. Cramer è interpretato da un giovane, sensuale e odioso William Shatner (esatto, il futuro capitano Kirk!). La sua arma migliore è la dialettica trascinante, gonfia di demagogia. Il fascino di cui è perfettamente conscio lo rende un oratore ipnotico, ma le sue parole sono pregne di odio e di razzismo. Associato a una delle tante branche del KKK, Cramer è intenzionato a portare a termine il suo compito, aizzando la popolazione locale contro la comunità nera e di conseguenza anche contro quella ebrea e quella progessista.

L’odio esplode a Dallas

Adam Cramer è uno spietato manipolatore, un disonesto e un donnaiolo senza né arte né parte. In lui si ravvisano alcuni cliché tipici di tanti celebri sobillatori, da Hitler (nella sua fase giovanile) a Joseph McCarthy. Proprio come loro, forti di un’apparente risolutezza “morale” e decisionale, anche il protagonista de L’odio esplode a Dallas è in realtà un pavido insicuro, la cui forza nasce e si nutre dalla negatività della gente. Cramer è incapace di governare la macchina dell’odio da lui stesso avviata, così come risulta incapace di tenere a freno i difetti caratteriali che ne causeranno il crollo.

Film visionario, al contempo lucido e allucinato, The Intruder è ancora oggi, a ben cinquant’anni dal suo difficile esordio nei cinema americani, un ritratto spietato e verosimile di ciò che fu l’integrazione negli Stati del sud. Non solo, Corman ci regala una spietato ritratto sui generis dei demagoghi che a intervalli regolari sbucano dagli angoli meno nobili dell’umanità, sfruttando i momenti storici difficili, le paure irrazionali (il diverso, lo straniero) per distorcere valori quali l’amore per il territorio e per le tradizioni ancestrali.

Interessante anche l’ampio parco offerto dai personaggi corollari, dai razzisti “redenti” dalla dura realtà dei fatti, ai redneck pieni di pregiudizi, spesso rappresentati con sfumature lombrosiane. Particolare, questo, che causò parecchi problemi di distribuzione del film. Gli abitanti del Texas erano infuriati per come Corman li aveva ritratti in The Intruder. Al regista arrivarono intimidazioni, minacce. Molte riprese furono eseguite clandestinamente  e perfino sulla produzione furono fatte pressioni affinché vendesse poche copie del film.
Più o meno ciò che accadrebbe oggi se qualcuno girasse un lungometraggio del genere in qualche regione del Nord Italia. Magari a nord-est.


Filed under: film, recensioni

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