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Tornare alla mia casa di Lecce per le vacanze Pasquali o Natalizie, è sempre una buona occasione per fare un tuffo nella mia infanzia.In genere in questi periodi nei ricordi un po’ mi trastullo. Adoro leggere vecchi temi delle elementare, sfogliare le foto da bambina, o giocherellare con i miei primi vestitini, le mie prime scarpette.Quest’anno poi, questo gioco dei ricordi, acquista un sapore un po’ diverso.Rovistare in quelle vecchie cose con mia madre, è stata anche un’ottima occasione per selezionare qualche cosa che possa essere utilizzata per Fagiolino.Abbiamo quindi messo da parte un piccolo corredino, prezioso come lo è lo scrigno dei ricordi. Lenzuolini ricamati a mano, con la precisione delle sarte di un tempo. I colori pastello sfumati sembrano spennellati sulla stoffa più che ricamati. La cura dei dettagli è impressionante.I lavori di un tempo acquistano un sapore agrodolce se guardati con gli occhi di oggi. Lavori così preziosi forse venduti ad un prezzo non del tutto adeguato.Un altro tesoro che Fagiolino erediterà saranno i miei libri di infanzia. Non subito ovviamente, ma quando sarà maturo abbastanza da apprezzarne il valore.Li conservo tutti, e probabilmente ricordo le loro trame meglio degli ultimi libri letti quest’anno.Tom Sawyer, I ragazzi della Via Pal, Il libro cuore, Pattini d’argento, L’incompreso, e così via.Il primo libro che mi venne regalato fu Piccole Donne. Un grande classico. Stampa 1982.Ancora non sapevo leggere, il libro mi venne letto tutto da mio padre. All’epoca mia sorella era piccola, e alcune pagine risentono del suo temperamento artistico negli anni successivi.Poi successivamente imparai a leggere e Piccole Donne Crescono e I ragazzi di Jo li lessi da sola. Lentamente ma sola. Il mio preferito, ad ogni modo, rimase sempre Piccole Donne.Sono poi della fase un po’ più adulta i libri Rossella, Marilù, Una ragazza acqua e sapone, Dolce Inganno, Quando un amore. Erano libri adolescenziali, che trattavano in maniera molto delicata la magia dei primi amori.Quei libri li lessi con una maggiore avidità. Ormai nella lettura era diventata più spedita o forse, gli ormoni iniziavano a bussare alla porta.Poi di libri con gli anni, ne comprai di più, sempre di più, forse anche troppi. Anche libri che non mi colpirono particolarmente, ma che comunque finii di leggere, perché abbandonarli mi sembrava oltraggioso. Ho sempre sperato nel finale d’effetto, per quei libri così e così.Ho letto libri che mi hanno rapita, affascinata, ammaliata, ma a nessuno di loro ho mai regalato il mio cuore come quei primi libri di infanzia.
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