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L'oggetto transizionale. Manuale d'uso.

Da Mcc
Orsacchiotti, peluche, o la così famosa copertina di Linus... l'oggetto transizionale ha un grande valore per i bambini proprio perchè rappresenta un "ponte" verso l'autonomia.
Tutti i bambini ne hanno uno? Se non lo individuano è un problema? No. Non necessariamente il bambino ne sente il bisogno e non sussiste problema alcuno laddove non si attacchi a nulla in particolare. Ogni bambino manifesta in modo differente il suo mondo interiore. L'oggetto transizionale. Manuale d'uso.L'oggetto transizionale nasce come fonte di conforto quando, a partire dal primo anno di età, il bambino scopre di non essere un tutt'uno con la sua mamma e impara a distinguere il se dall'altro da se. Per qualche dettaglio sulla teoria dell'attaccamento vi rimando a questo vecchio post. E' possibile che questa "scoperta" provochi un leggero smarrimento. L'oggetto transizionale, tendenzialmente, arriva in aiuto soprattutto in questo momento (salvo che non sia un oggetto con il quale lo abbiamo abituato a trascorrere del tempo già da piccolissimo come nel caso dei DUDU' &co).  Per il bambino l'oggetto transizionale diventa un porto sicuro da portare con se, da toccare, cullare per sentirsi sicuro. Questo bisogno di sicurezza potrebbe durare fino ai 5/6 anni. E' bene che sia la famiglia che la scuola, con la dovuta "educazione all'uso", vedano questo oggetto come una risorsa più che come un ostacolo o un problema. L'esigenza del bambino di sentirsi rassicurato è assolutamente normale e non deve spaventare. La scelta dell'oggetto deve però essere del bambino, mai imporre la scelta o sostituirlo con uno più nuovo, neppure in caso di rottura dello stesso o se risulta particolarmente rovinato. Se dovesse risultare necessario il lavaggio allora coinvolgete il bambino, non fatelo di nascosto e concedetegli anche di ammirare la giostra che la lavatrice rappresenta per il suo peluche quando viene centrifugato. Cosa fare però se il bambino lo perde? Con onestà spieghiamo che il suo compagno di giochi non c'è più ma diamo una visione positiva dell'accadimento: forse voleva stare un po' con la sua mamma ma guarda cosa ti ha lasciato per farti compagnia. A questo punto le soluzioni potrebbero essere: trovare una copia identica e presentarla come "il gemello" che adesso gli farà compagnia, oppure fargli scegliere fra una serie di opzioni il suo nuovo compagno di viaggi. Non sminuite il problema, non infastiditevi per il bambino è davvero una grande perdita. Cercate di rispettare i suoi sentimenti! Cosa fare se lo si dimentica a casa invece che metterlo in valigia? Siate creativi e raccontate la storia di una bellissima sorpresa che il suo peluche o oggettivo sta preparando per lui nell'attesa che ritorni, raccontate di come voleva rimanere a casa a riordinare la sua camera per poi giocarci insieme, o di come abbia voluto rimanere a casa perchè si aspetta che il vostro bimbo gli porti una sorpresa al ritorno (un disegno, un sassolino se siete stati in spiaggia... qualcosa che possa rappresentare un ricordo da donare all'oggetto transizionale al ritorno).
Se riuscite a rispettare i sentimenti del vostro bambino, a comprendere l'importanza che quell'oggetto ricopre per loro, sarete capaci di entrare meglio in relazione con lui perchè si sentirà rispettato, capito, accolto. Solitamente dopo i 6 anni, con l'ingresso a scuola e la creazione di legami con i compagni, con la crescita individuale e lo sviluppo di una maggiore consapevolezza di se, il bambino abbandona in autonomia l'oggetto transizionale. Eventualmente aiutatelo durante i primi giorni di scuola dicendo che il peluche andrà anche lui a scuola ma una scuola diversa, quella dei peluche così che non diventi un problema l'ingresso dello stesso in classe perchè solitamente la condivisione del proprio oggetto transizionale non è mai semplice da gestire. Se dovesse permanere ancora per qualche tempo, nessuna paura. Lo abbandonerà quando si sentirà pronto o imparerà a gestire dei momenti della sua giornata senza di lui. Non liberatevene non appena il bambino mostra i primi segni di autonomia, ne sentirebbe il dispiacere: lasciamo che sia una scelta! Se l'attaccamento dovesse dimostrarsi morboso e fate fatica a gestire il tutto, chiedete una mano a uno specialista (pedagogista o psicologo se preferite) che saprà darvi i consigli e suggerimenti utili.  Non è pensabile dare una ricetta su ciò a priori, perchè il tipo di approccio dipende da una serie di variabili che non possono essere generalizzate ma vanno studiate nella loro singolarità.


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