Tredicimila sono gli ettari del massiccio del Taburno, che insieme alle altre due cime Camposauro e Pentime hanno accolto un gruppo di giornalisti per andare alla scoperta delle eccellenze economiche della zona su invito del GAL Taburno, una società consortile di tipo misto pubblico e privato, costituita nel 2009 per promuovere il territorio, nell’ambito del progetto di marketing territoriale. A Montesarchio, il comune più grande della provincia sannita dopo Benevento, abbiamo avuto modo di visitare l’Oleificio Mataluni – Olio Dante (www.oliodante.it). In particolare l’Azienda sviluppa al proprio interno l’intero processo produttivo: frantoio; raffinazione; imbottigliamento in confezioni di vetro, PET e latta; produzione di bottiglie in PET, tappi, imballaggi ed etichette. Produrre ed immettere sul mercato, per la prima volta in Europa, bottiglie per oli alimentari realizzate al 100% in plastica riciclata: è stato questo l’obiettivo che gli Oleifici Mataluni – Olio Dante SpA hanno perseguito grazie al progetto “RE-PACK EDOILS”. I risultati conseguiti sono frutto dell’attività di ricerca e di sviluppo sperimentale della Fabio Mataluni & C. srl – società del Gruppo Mataluni che si occupa di imballaggi per oli – con il contributo finanziario dell’Unione Europea nel programma CIP Eco-Innovation.
Il progetto ha permesso la produzione di bottiglie per olio realizzate completamente in polietilene tereftalato (PET) riciclato post-consumo e l’introduzione sul mercato dopo averne attentamente valutato proprietà funzionali e idoneità al contatto con alimenti. L’utilizzo del PET riciclato piuttosto che di quello vergine, ottenuto da fonti fossili, comporta, con beneficio per l’ambiente, una riduzione delle emissioni e dell’utilizzo di risorse non rinnovabili, quali petrolio e gas naturale. Lo scopo del progetto “RE-PACK EDOILS” è di utilizzare il PET post-consumo riciclato per la realizzazione di preforme e bottiglie in differenti colori da destinare al packaging di oli alimentari, in particolare oli semi e oli di semi arricchiti (ad esempio vitaminizzati). A tale scopo, è stato impiegato polimero di PET riciclato risultante dalla raccolta differenziata di bottiglie già destinate al confezionamento di alimenti, opportunamente selezionate e lavorate tramite un processo di rigenerazione certificato, che consente di ripristinare le condizioni iniziali di funzionalità e salubrità del materiale. La diffusione di imballaggi in PET favorirà l’innescarsi di un circolo virtuoso che parte da una corretta progettazione, dall’utilizzo di manufatti che garantiscono al consumatore sicurezza e qualità, e che si completa con la valorizzazione del fine vita dell’imballaggio. I rifiuti così diventano una risorsa da valorizzare. In Europa sono diversi i Paesi che consentono l’uso di plastica riciclata a contatto con oli alimentari. Recentemente anche il nostro Paese si è adeguato a questo scenario, prima limitato al settore delle acque minerali e delle bevande analcoliche. Per gli Oleifici Mataluni – Olio Dante SpA, dunque, essere protagonisti di questa novità assoluta nel continente significa acquisire importanti elementi di competitività sul mercato. Avendo già verificato la fattibilità tecnica dell’idea, attraverso prove sperimentali preliminari realizzate presso il centro di ricerca aziendale, gli Oleifici Mataluni – Olio Dante SpA hanno dato avvio ad una linea pilota per la produzione di preforme, dalle quali possono essere prodotte bottiglie per oli alimentari in plastica riciclata fino al 100%. Gli imballaggi prodotti saranno introdotti sul mercato nei Paesi dove è consentito l’uso della plastica riciclata a contatto con alimenti.
Con la convinzione che la sostenibilità sia una responsabilità alla quale le aziende non possono sottrarsi e che ripaga anche in termini economici, l’azienda, con il sostegno dell’Unione Europea, ha decido di investire in eco-innovazione, in un settore, quale quello del packaging, che gioca un ruolo decisivo nel determinare l’impatto ambientale complessivo dei prodotti alimentari.
Il Centro di ricerca degli Oleifici Mataluni è impegnato, da oltre dieci anni, in progetti per lo sviluppo del settore oleario e packaging innovativo, attivando collaborazioni e partnership con le migliori università italiane.
L’azienda sannita rappresenta uno dei più importanti complessi agroindustriali al mondo ed è proprietaria di 23 storiche etichette italiane, tra cui Dante, Olita, Topazio, OiO, GiCo, Lupi e Vero.
La Mataluni, partendo da un piccolo frantoio a dimensione artigianale, oggi rappresenta uno tra i più rilevanti complessi agroindustriali oleari al mondo, che ha vinto di recente il premio “Coop for Kyoto” come azienda virtuosa per la dimensione dell’impianto fotovoltaico. L’obiettivo dell’azienda è quello di raggiungere il 50% del fabbisogno energetico dello stabilimento.
Gli Oleifici Mataluni-Olio Dante SpA hanno realizzato un impianto fotovoltaico da circa 1 MW sul tetto dello stabilimento che ha prodotto oltre 1,12 milioni di kWh elettrici; un impianto di trigenerazione da 2 MW, avviato per brevi periodi nel 2013 e che è entrato a regime quest’anno. La produzione di un altro impianto fotovoltaico da oltre 0,2 MW viene poi totalmente immessa in rete. L’obiettivo dell’azienda, una volta che gli impianti installati saranno entrati a pieno regime, è quello di raggiungere il 50% del fabbisogno energetico dello stabilimento.
«Oggi – afferma Biagio Mataluni, Presidente degli Oleifici Mataluni-Olio Dante SpA – un’impresa competitiva è soprattutto un’impresa che investe in innovazione. Adottare misure per il risparmio energetico grazie a fonti di energia rinnovabili e controllare l’impatto ambientale, utilizzando le risorse in maniera efficiente, rappresentano i pilastri su cui deve fondarsi il nuovo paradigma di green economy. E’ proprio grazie a questa sensibilità che, negli ultimi 20 anni, la mia azienda è riuscita ad interpretare lo spirito del cambiamento che impone anche il mercato, trasformandosi da piccolo frantoio artigianale a complesso agroindustriale oleario. In questo modo si contribuisce a realizzare una nuova idea di fabbrica, non più simbolo di grigiore e inquinamento, ma sintesi di sostenibilità, umanità e tutela ambientale. Ricevere questo premio ci rende più forti nel continuare su questa strada».
Harry di Prisco