Magazine Economia

L'olocausto dei risparmi in titoli di stato

Creato il 08 novembre 2014 da Vincitorievinti @PAOLOCARDENA
HL'OLOCAUSTO DEI RISPARMI IN TITOLI DI STATO SEGUI  VINCITORI E VINTI SU FACEBOOKE SUTWITTER
Si da il caso che i BTP decennali (e non solo) del tesoro vadano a ruba, nonostante rendimenti intorno al 2,5%. Una miseria, per un decennale. Soprattutto se si considera che l'emittente è uno stato con le pezze al culo.
Eppure vengono comprati a pacchi, sia da banche, fondi, che da risparmiatori.
Le questioni sono due:
O mi sono rincoglionito io, il che è possibile;  oppure c'è qualcosa che non torna, che è altrettanto possibile.
Il sud europa è alle prese con evidenti spinte disinflazionistiche, con alcuni stati in conclamata deflazione. Questi fenomeni, unitamente alle manovre espansive della Bce ( e non solo) contribuiscono a mantenere schiacciati i rendimenti nominali. Tuttavia, la bassa inflazione (o, peggio, la deflazione) rende meno sostenibili i debiti di quei paesi alle prese con un alto indebitamento. Leggi Italia.
Da qui l'intenzione dichiarata delle Bce di riportare il tasso di inflazione verso livelli più alti, in sintonia con il target della Bce, posto al 2% nel contesto DELL'EUROZONA. Resta da capire come, ma lasciamo perdere. A mero titolo esemplificativo, questo significa che se l'inflazione dovesse risalire al 2% (come vorrebbe la Bce), tale dinamica si rifletterebbe anche sui rendimenti dei titoli di stato di nuova emissione, che verrebbero emessi a tassi superiori rispetto a quelli attuali. Per contro, i prezzi dei BTP emessi a tassi bassi, dovranno scendere per essere competitivi rispetto ai BTP di nuova emissione. Di quanto? Dipende da molti fattori, ma sempre a mero titolo esemplificativo e senza pretesa di essere esaustivi, se i BTP di prossima emissione dovessero essere emessi a tassi di un punto superiore rispetto al rendimento di un BTP della stessa scadenza e analoga vita residua, allora il prezzo di quest'ultimo dovrà scendere dell'1% per ogni anno che manca alla scadenza. Se mancano 10 anni perché emessi di recente, dovranno scendere di circa il 10%. Se i BTP di nuova emissione, invece,  dovessero essere messi con due punti in più di rendimento,allora i prezzi dei BTP già emessi e con vita residua analoga alle nuove emissioni, dovranno scendere del 20%. Una tombola, insomma. Questo, se dovesse risalire l'inflazione. E'uno scenario possibile, quello descritto? A mio avviso, almeno nel breve termine, no. Quindi, tutto bene? Neanche per sogno. Perché, come dicevamo, la bassa inflazione rende meno sostenibile il debito pubblico dei paesi alle prese con un alto indebitamento. Sicché, se il Pil nominale non aumenta di un livello simile al costo del debito pubblico (improbabile con l'inflazione prossima allo zero), il debito aumenta per via inerziale diventando sempre meno sostenibile, fino ad esplodere. A meno che non si voglia distruggere quel che rimane perseguendo avanzi primari nell'ordine del 5-6% di Pil, come in effetti sembra.  Quindi, gli investitori in BTP presto potrebbero trovarsi con poche vie d'uscita. Perché, se dovesse aumenta l'inflazione (come vorrebbe lal Bce), allora subirebbero perdite nei prezzi dei titoli. Se l'inflazione dovesse mantenersi bassa come ora, allora il rischio concreto sarebbe quello di una possibile ristrutturazione del debito pubblico perché non sostenibile, con ovvie perdite in capo a chi detiene questi titoli. A questo ragionamento potreste obiettare dicendo che la BCE potrebbe fare in modo da mantenere schiacciati i rendimenti (come?), e, al tempo stesso, abbattere il costo reale, cioè aumentare l'inflazione. Ma ne siete così sicuri? Sia nell'una che nell'altra ipotesi, in bocca a chi  li ha in portafoglio. Ne avranno davvero bisogno.

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog