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>>”L’olocausto” dell’immagine della donna in Italia

Creato il 10 agosto 2012 da Felice Monda

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Tra il 1987 e il 1991 sulla rete “Italia 7” andava in onda “Colpo grosso”, trasmissione condotta da Umberto Smaila e nell’ultima edizione da Maurizia Paradiso. Il “colpo forte” del programma era lo strip delle ragazze cin-cin, ancora “citato” oggi in trasmissioni e film.

Ancora prima del suddetto “Colpo Grosso” vi fu un programma televisivo, “Drive In”, il quale aveva tra le sue attrazioni le ragazze “Fast food”, l’archetipo delle “veline” e “letterine” di molti programmi televisivi dei giorni nostri e anche di molti anni prima.

Riguardo alle letterine e alle veline come non citare “Striscia la notizia”, programma dei giorni nostri anche se trasmesso da molti anni e “Veline”, dove si “promuovono” le future veline della TV.

Come non aggiungere alla lista programmi come “Grande Fratello”, “l’Isola dei Famosi” e “La pupa e il secchione”.

Cosa hanno in comune tutti questi programmi dagli anni ’80 ai giorni nostri?

Come è facile da intuire vi è proposta un immagine della donna ridotta ad oggetto sessuale o quasi.

All’inizio programmi con questa caratteristica erano appannaggio delle reti Mediaset(Fininvest prima) ma poi “hanno fatto strada” e sono arrivati anche in Rai e nel resto della televisione italiana.

Sono programmi come questi e le donne divenute “famose” grazie a questi programmi che “deturpano” l’immagine della donna in Italia e la riducono ad una “patina” prettamente estetica e anche meno che spesso confina anche nel volgare e nell’osceno.

Da anni si sta portando avanti “l’olocausto” dell’immagine della donna in Italia: la lista di programmi simili a quelli su citati potrebbe essere ampliata ancora di molto e supportata anche da film che ripropongono la stessa visione della donna.

Il decadimento dell’immagine della donna in Italia è stato un processo “importato” da altri paesi perchè presente nella società contemporanea ed espressione caratteristica della “società dell’immagine”.

Questo degrado della donna ad oggetto è “figlio” dell’ignoranza, dell’appiattimento sociale e della desertificazione culturale che in Italia come in altri paesi sembrano inarrestabili.


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