Cari lettori,
secondo voi, può un libro indirizzarti verso il tuo futuro lavoro? Può dirti: “E’ questo ciò che devi essere.” A voi è mai capitata una cosa del genere? A me si! Se permettete, vi racconto una cosa, per farvi capire meglio quello che voglio dire. Dunque, quando avevo circa 13 anni avevo già un’attrazione folle per i libri. Ma a 13 anni chi pensa al proprio futuro?!?!?!? Così gli anni sono passati, e a 16 ho letto “Il nome della rosa” di Umberto Eco. Lì, come forse saprete, la storia è ambientata in uno scriptorium medievale e nella biblioteca annessa, e gira attorno ad un libro proibito. Il mio amore è tornato a galla: sarà il bibliotecario il mio futuro lavoro!Dopo il diploma e la laurea mi sono un po’ assopita: ho fatto quattro lavori per nulla calzanti coi miei sogni, e lì di nuovo mi sono persa. Poi mia sorella mi consiglia un libro... “Guarda, parla di libri, di biblioteche... Secondo me ti piacerà.” Ok, leggiamolo... UNA FOLGORAZIONE! Nelle pagine ho trovato di nuovo tutti i motivi per cui avevo studiato, e grazie ai quali sto studiando ora Archivistica e Biblioteconomia!!! Fantastico, no???Ora ve ne parlo più da vicino...
Questo romanzo è ambientato nella Barcellona del 1945. Una Barcellona ben definita sono nei momenti di buoi. Forse perché la città non è importante quanto i luoghi dove si svolgono le azioni e la vita dei personaggi. La descrizione degli ambienti pubblici come strade e monumenti mi ha un pochino annoiato...Daniel, ragazzino undicenne, figlio di un modesto libraio, viene accompagnato dal padre al Cimitero dei libri dimenticati ovvero un luogo in cui vengono conservati i libri che il mondo ha "dimenticato" (VI ASSICURO, MI BRILLANO GLI OCCHI ANCHE IN QUESTO MOMENTO!!! *_* ). La tradizione di quel luogo vuole che chi venga condotto in quelle stanze, debba scegliere un libro e prendersene cura per tutta la sua vita. Daniel, guardando migliaia di copertine di colori e consistenze diverse, si sente chiamato da un romanzo dal titolo “L'ombra del vento” di Julian Carax. Dunque lo prende e lo fa proprio.Terminata la lettura del libro, ne è così entusiasta, che cercherà di scoprire che fine ha fatto lo scrittore di quel romanzo bellissimo e dimenticato. Un altro avvenimento lo spinge a cercare e a scavare nella vita del sig. Julian Carax: la strana apparizione di un uomo dal volto sfigurato, dapprima sotto il lampione di casa sua, e poi in varie azioni...Daniel, con l’aiuto di altri personaggi, riuscirà a ricostruire l’intera vicenda, in un finale per nulla scontato, da lasciarvi senza fiato fino all’ultima parola dell’ultimo capitolo!!!!
Come avrete capito, la trama è avvincente. Ma che dico, avvincentissima (non si può leggere questa parola, lo so... Ma dovevo esagerare!), intrigante. Per quanto riguarda me e altri milioni di lettori, è stato davvero difficile staccare gli occhi dalle pagine. Io, poi, sono veramente malata: se un libro mi prende così tanto da non volerlo chiudere, leggo ad oltranza, senza che nulla mi interrompa! E così è stato: iniziato il 15 maggio, l’ho finito il 17! In effetti, è anche modesto come grandezza! 440 pagine si leggono bene in due o tre giorni... Un libro come “Notre Dame de Paris” o peggio ancora “Il Signore degli Anelli”, ci vogliono un po’ più di due giorni!!!
Altro punto a favore di una narrazione coinvolgente è il fatto che sia narrato in prima persona.
Dovrei parlare ora del personaggio di Daniel, o di Carax... Ma, no! Non ve ne parlo, perché ve ne farete voi un’idea. Voglio parlare di altri personaggi che durante la stroria e alla fine del libro assurgono come più importanti: i libri!Potreste obiettarmi: “ Ma come! Daniel indaga, Carax è un alone, il tizio sfregiato mette paura! E tu ci dici che i Liri sono i personaggi principali?” Assolutamente, miei Lettori! Vi propongo una cosa: leggete il libro. Poi dalla vostra storia togliete Daniel. Senza che nessuno indaghi, la storia regge ugualmente! Togliete “Sfregio” (sono io che lo chiamo così!). Anche senza di lui, Daniel arriva alla verità; con meno interesse, ma ci arriva. Togliete i libri! Tutto cade! Non c’è più il Cimitero dei Libri, per cui non c’è il romanzo di Carax, per cui non c’è indagine, per cui non c’è più la storia! Senza parlare, poi, di tutti i libri che si incontreranno durante la lettura... Vi ho convinti?
La cosa importante di questo libro non è la storiellina in sé (ammirevole, senz’altro!), ma il messaggio che vuole che voi catturiate con il suo tramite. Non deve esistere un Cimitero dei Libri, perché i libri non muoiono! I libri vengono dimenticati, questo si! Ma prima o poi torneranno alla luce, e oltre alle splendide parole scritte, stampate, cancellate e riscritte, troveremo mille altre storie tutte collegate! Questo romanzo ci fa capire che nemmeno un incendio può far sparire per sempre un libro (Poi capirete!)! Il libro è ciò che di più stabile ci sia al mondo: è un amico fedele, ci aspetta lì nella libreria, si fa comprare; dolcemente si fa leggere e toccare in qualsiasi suo angolo; ci aspetta se decidiamo che non vogliamo finirlo; e non ci biasima se lo abbiamo prestato, anzi! La sua idea, il suo messaggio, le sue parole, non vanno via col tempo! Neanche l’incuria lo ferma!
Un fascinosissimo mixxxxx tra mistero e noir che mi ha lasciato davvero una sensazione di inquietudine mentre proseguivo la lettura. Una sensazione del genere me l’ha lasciata solo “10 piccoli indiani”, di cui ho già parlato addietro.
Facciamo la SCHEDA!
Titolo originale - La sombra del viento Autore - Carlos Ruiz Zafón Ed. originale - 2001 Ed. italiana - 2004 Genere - romanzo Lingua originale - spagnolo COD.ISBN 9788804561309 (Oscar Mondadori)
VALUTAZIONE ●●●●●/5 CONSIGLIATISSIMO!
Come sempre, fatemi sapere cosa ne pensate commentando questo articolo, oppure alla nostra mail [email protected], mettendo come oggetto il titolo del libro!
La libraia vi saluta con una frase del libro:
“Qualcuno ha detto che nel momento in cui ti soffermi a pensare se ami o meno una persona, hai già la risposta.”
Un caro saluto,la Libraia
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