di Fabio
Recensione Take away – L’ombra del vento, di Carlos Ruiz Zafon (ed. Mondadori, 2006, pp. 439)
L’ombra del vento è un bellissimo romanzo ambientato nella Barcellona degli anni quaranta dello scorso secolo. Il protagonista è Daniel Sempere, figlio di un libraio, che scopre al “Cimitero dei libri dimenticati” un libro, L’ombra del vento dello sconosciuto autore Julian Carax, che gli cambierà la vita. La ricerca di notizie sul libro e sull’autore lo catapulteranno all’interno di misteri familiari fatti di amori travagliati, amicizie vere e non, relazioni pericolose e a fare i conti con la presenza di un uomo sfigurato che pare avere come unico scopo della vita quello di bruciare tutte le opere di Julian Carax.
La storia è ben congegnata, non mancano l’azione e i colpi di scena, ma quello che ho apprezzato di più è la vena umoristica che accompagna il protagonista e il principale compagno di avventura, l’assistente alla libreria Fermin Romero de Torres ex mendicante dal passato oscuro.
Vagai lungo gallerie e ballatoi a spirale riempiti da centinaia, migliaia di volumi che davano l’impressione di sapere di me molto più di quanto io sapessi di loro. Mi balenò in mente il pensiero che dietro ogni copertina si celasse un universo infinito da esplorare e che, fuori di lì, la gente sprecasse il tempo ascoltando partite di calcio e sceneggiati alla radio, paga della sua mediocrità. No so dire se dipese da queste riflessioni, dal caso o dal suo parente nobile, il destino, ma in quell’istante ebbi la certezza di aver trovato il libro che avrei adottato, o meglio, il libro che avrebbe adottato me. (p. 10)
Carlos Ruiz Zafon
L’ombra del vento
ed. Mondadori
Anno 2006, pp. 439
ISBN 9788804561309






