Un recentissimo studio scientifico sembra dimostrare come l’omofobia sia più pronunciata in individui che sperimentano un inconsapevole attrazione per persone dello stesso sesso e che sono cresciute in famiglie con genitori autoritari che censuravano e proibivano desideri di questo tipo.
Lo studio, condotto da un team di ricercatori provenienti dalle università di Rochester, Essex e California, e pubblicato nel Journal of Personality and Social Psychology, è il primo documento scientifico che documenta il ruolo che giocano lo stile genitoriale e l’orientamento sessuale nella formazione di una fobia intensa e viscerale nei confronti dell’omosessualità e degli omosessuali, che include abitudini omofobiche, pensieri ed atteggiamenti discriminatori e ostilità implicita verso i gay.
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L’articolo include la descrizione di quattro separati esperimenti, condotti negli USA e in Germania, che hanno coinvolto circa 160 studenti universitari: i risultati forniscono prove empiriche della teoria psicoanalitica secondo la quale la paura, l’ansia e l’avversione che alcune persone che si definiscono eterosessuali sperimentano nei confronti delle persone che si dichiarano gay e lesbiche possono derivare da alcuni desideri omosessuali repressi. “In molti casi” spiega uno degli autori, Richard Ryan “si tratta di persone che sono in guerra contro loro stesse, e che proiettano all’esterno questo conflitto interno”.
Secondo gli autori i risultati spiegherebbero le dinamiche personali sottostanti ad episodi di bullismo e crimini diretti verso gay e lesbiche, e farebbero luce sui casi in cui alcune figure pubbliche che si dichiarano anti-gay vengano poi coinvolte in scandali che implicano il loro coinvolgimento in atti omosessuali. In particolare gli autori portano l’esempio di Ted Haggard, un pastore evangelico che si opponeva con forza ai matrimoni gay, ma che fu coinvolto in uno scandalo sessuale nel 2006, e di Glenn Murphy Jr., presidente della Federazione Nazionale Giovani Repubblicani e coinvinto oppositore dei matrimoni gay, che è stato accusato di molestie sessuali nei confronti di un uomo di 22 anni. Queste forme di ipocrisia possono far sorridere o gridare allo scandalo, ma bisogna sempre ricordare che l’omofobia non è un problema da sottovalutare, e che, al contrario, essa può avere tragiche consequenze, e che spesso le persone che discriminano “sono state loro stesse vittime di repressione e di esperienze che hanno amplificato la loro fobia” spiega Ryan.
Nel primo esperimento, per valutare l’attrazione sessuale implicita ed esplicita dei partecipanti, i ricercatori hanno misurato la discrepanza tra quello che le persone dichiaravano rispetto al loro orientamento sessuale e le loro reazioni durante un compito di scelta forzata, durante il quale agli studenti venivano mostrate parole e figure sullo schermo di un computer che dovevano essere categorizzate come “gay” o “etero”. Prima di ogni prova ai partecipanti veniva mostrata in forma subliminale una scritta che poteva essere “io” o “gli altri”: un’associazione più rapida della stringa “io” con il termine “gay” o similari e con immagini di coppie omosessuali, ed una associazione più lenta della stringa “io” con il termine “etero” o similari e con immagini di coppie eterossessuali, indica, secondo la procedura scelta dagli autori, un’orientamento omosessuale implicito.
Oltre a svolgere il compito sul computer, attraverso una serie di questionari i partecipanti fornivano dei giudizi relativamente al tipo di figure genitoriali che avevano sperimentato, da autoritarie a democratiche. Inoltre, gli autori hanno misurato il livello di omofobia dei partecipanti, sia in modo esplicito, attraverso questionari sulle credenze sociali e politiche, sia in modo implicito con un compito di completamento di parole che prevedeva un priming simile al precedente, durante il quale i partecipante dovevano scrivere le prime tre parole che venivano loro in mente. Nelle persone con un alto livello di omofobia implicita si riscontrava un aumento di parole a contenuto aggressivo se come priming (la parola subliminale) veniva usato il termine “gay”.
In tutti e quattro gli esperimenti si è riscontrato che i partecipanti con genitori supportivi e accettanti sono più consapevoli del loro orientamento sessuale, mentre i partecipanti con genitori autoritari rivelano una maggiore discrepanza tra attrazione sessuale implicita ed esplicita. Questa incongruenza tra misura esplicita ed implicita dell’orientamento sessuale, secondo quanto riportato dagli autori, predice una varietà di comportamenti omofobici, tra cui attitudini anti-gay, ostilità implicita verso i gay, approvazione di politiche anti gay e atteggiamenti e pensieri discriminatori, come ad esempio assegnare punzioni più dure agli omosessuali che agli eterossessuali.
“Questo studio mostra che se provi una viscerale reazione per un gruppo diverso dal tuo, dovresti chiederti: Perche? Queste intense emozioni dovrebbero servire per una riflessione su di se” dice Ryan.
A cura delle dott.sse Valeria Natali e Paola Biondi