L'omosessualità è una malattia da curare?

Da Pim

L’omosessualità è acquisita, non si nasce omosessuali salvo rari casi di gravi disturbi ormonali. Bisogna dunque prenderla dall’inizio e allora si può superare con la psicoterapia; ma se l’omosessualità è incancrenita è molto più difficile. Non c’è matrimonio che possa aiutare questa persona: deve essere affrontata nella prima adolescenza, ne sanno qualcosa i consultori.

È il senso delle parole pronunciate da Monsignor Rigon, vicario giudiziale presso il Tribunale ecclesiastico della Liguria. Sciocchezze neppure degne di commento. Al massimo, mi piacerebbe chiedergli che cosa ne pensa della condanna a sette anni comminata qualche giorno fa a un prete pedofilo di Alassio…

L’omosessualità era compresa nel capitolo delle perversioni sessuali in tutti i vecchi manuali di psichiatria, dall’Ey al Giberti-Rossi. Attualmente si ritiene che una psicoterapia sia indicata solo per gli omosessuali distonici, per aiutarli ad accettare una condizione che provoca invece loro sofferenza. Veniva considerata una malattia di pertinenza psichiatrica anche nelle prime edizioni del Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders. L’ultima, la quinta, non tratta più l’omosessualità bensì l’omofobia. E questo significa ben qualcosa, no?

Pedofilia e omofobia sono le condizioni patologiche da combattere, non certo l’omosessualità – che tale non è. Sarebbe opportuno che certi esponenti della Chiesa, e della società civile, se ne ricordassero prima di aprir bocca sull’argomento.


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