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L’onda di Dennis Gansel, scuola di nazismo

Creato il 13 luglio 2012 da Postscriptum

 

L’onda di Dennis Gansel, scuola di nazismo

Che succede quando il corso degli eventi prende il sopravvento sul buonsenso? Come può un innocuo progetto scolastico trasformarsi nell’embrione di un nazismo 2.0 con tanto di ideologia, simbolismo e proselitismo?
E’ presto detto: a causa della variabile umana.

 

Nel film del 2008 intitolato L’Onda, il regista tedesco Dennis Gansel vuole esplorare il mondo della gioventù tedesca di fine decennio e confrontarlo con il pesante fardello che il nazionalsocialismo ha lasciato in eredità proprio ai più giovani. Senso della storia nazionale, responsabilità umane e senso di colpa si fondono in una trama piuttosto semplice ma molto impattante in cui i colpi di scena sono pochi ma buoni e l’ideologia, proprio come diceva il filosofo francese Sartre, nasce come libertà e diventa oppressione una volta che viene assimilata.

Un insegnante di un liceo tedesco, Rainer Wenger, frustrato dalla poca considerazione professionale tributatagli dai colleghi e dalla compagna, anch’ella insegnante, durante la settimana a tema propone ai suoi studenti un progetto basato sull’autocrazia. Dovranno creare una vera e propria ideologia autocratica con tanto di leader, simbologia e gestualità per approfondire la loro conoscenza sulle tematiche inerenti alla dittatura e al dispotismo. Nonostante l’iniziale scetticismo, con il passare dei giorni i ragazzi cominciano a prenderci gusto, a sentirsi gruppo, parte di un insieme influente che garantisce loro rispetto e potere. Da qui a farsi prendere la mano il passo è molto breve.

Il film dimostra come sia possibile creare un vero e proprio sconvolgimento sociale basato sull’odio nei confronti del diverso e sull’esclusività (sociale, razziale e culturale) dell’appartenenza ad una casta privilegiata che si pone su di un piano superiore rispetto al resto della società. In un contesto del genere le individualità sono inglobate nel collettivo e le peculiarità, sia positive che negative, servono da spinta per raggiungere l’obiettivo. L’oppressione del libero pensiero è una logica conseguenza di questo e la violenza non tarda ad arrivare quando non si fa neanche lo sforzo di capire un tipo di pensiero diverso. Un’idea differente e non per questo necessariamente sbagliata.

L’Onda segue lo stesso plot narrativo di The Experiment del regista Oliber Hirshbiegel ispirato dai risultati dell’esperimento carcerario di Stanford e racconta di una progressiva perdita del senso comune del rispetto dell’altro quando sono i fattori esterni a incidere sulla singola personalità e quando il potere, nella sua incessante opera di cambiamento, finisce per annebbiare la mente dell’individuo causando una visione della realtà distorta e fin troppo spesso dispotica.
Fa paura, e tanta, vedere come dei semplici studenti si trasformano in neonazisti in poche ore.


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