Ok, lo ammetto, appena ho letto la notizia ansa un po’ mi sono emozionato. Qual’e’ la notizia? Eccola:
“(ANSA) – ROMA, 24 LUG – Al momento della morte un’onda di luce fluorescente azzurra si sprigiona dalla cellule e, da una cellula all’altra, si propaga nell’intero organismo: lo ha scoperto una ricerca internazionale che per la prima volta ha fotografato ”l’onda della morte”. Descritta sulla rivista PLoS Biology, l’onda azzurra della morte è stata fotografata in un organismo semplice, come un minuscolo verme. La scommessa di questa ricerca è identificare i geni che controllano l’invecchiamento.”
Certo, c’e’ quel riferimento a una ricerca per identificare i geni che controllano l’invecchiamento che riporta tutto sul piano scientifico. Però quella lucina azzurrina che si diffonde da cellula a cellula al momento della morte, la vogliamo sottovalutare? Quanto passerà prima di vedere sui soliti siti pieni di fuffa o anche come notizia accertata, riproposta da uno dei nostri amici più o meno virtuali, sul nostro social preferito, un bel titolo del genere “fotografata l’anima, e’ azzurra!!!!!”? Sarò pessimista, ma credo non passerà molto prima che spunti fuori un titolo del genere. La colpa e’ anche un po’ dell’ANSA secondo me, che insolitamente avara di dettagli, la bufala così la serve su un piatto d’argento. Sarebbe bastato aggiungere qualche dettaglio in più, tipo (riporto da altro articolo):
“La morte appare come un’onda fluorescente azzurra che si diffonde in tutte le cellule. Un effetto, questo, che dipende da una sostanza chiamata acido antranilico e la sua diffusione avviene tramite il calcio, che agisce come un messaggero di cellula in cellula.
Quando le singole cellule muoiono si innesca una reazione chimica a catena che porta alla rottura dei componenti cellulari e a un accumulo di detriti molecolari. Ma se queste reazioni sono ben comprese a livello cellulare, si sa molto poco invece, su come la morte raggiunge tutte le cellule dell’organismo.
Questa scoperta fa comprendere come la morte cellulare si diffonda in tutto il corpo, anche nel caso di organismi complessi come l’uomo, dal momento che i meccanismi cellulari nei mammiferi sono simili a quelli dei vermi. Ma c’è di più perché, la scommessa di questa ricerca, ha detto il coordinatore del lavoro, David Gems, è quella di indentificare i geni che controllano l’invecchiamento e le malattie collegate.
I ricercatori hanno anche provato a bloccare il percorso chimico che propaga la morte cellulare, ma sono riusciti a ritardare solo la morte indotta da uno stress come un’infezione e non la morte per vecchiaia. Ciò suggerisce che la morte dovuta a un’infezione è più facile da rallentare perché è innescata da un numero minore di processi, mentre la morte dovuta all’invecchiamento è più difficile da ritardare perché entrano in gioco numerosi processi che agiscono in parallelo e che sono più difficili da contrastare. ”Dobbiamo concentrarci sugli eventi biologici che si verificano durante l’invecchiamento e la morte – ha concluso Gems – per comprendere correttamente come interromperli”.
… per frustrare le velleità mistiche di qualsiasi fuffaro. Pazienza, stavolta mi sono portato avanti col lavoro!!
Francesco Bianchi